Si è conclusa con il
rinvio a giudizio di 27 imputati l’udienza preliminare del
processo “Case popolari”. In 16, invece, sono stati prosciolti e
tra questi anche l’ex dirigente dell’Aterp di Reggio Calabria,
Eugenia Rita Minicò, accusata di concorso esterno in
associazione mafiosa e di altri reati. Nei suoi confronti e, in
quelli di un altro imputato prosciolto, Annunziato Tripodi, il
gup Vincenzo Quaranta ha revocato la misura cautelare che era
stata disposta dal gip lo scorso febbraio su richiesta della Dda
di Reggio Calabria nell’ambito di un’indagine su presunti
illeciti nella gestione delle assegnazioni delle case popolari
da parte dell’Aterp, l’Azienda territoriale per l’edilizia
residenziale pubblica.
A parte una corruzione contestata a Eugenia Rita Minicò per
la quale il gup ha dichiarato la prescrizione, per tutti gli
altri reati per i quali era indagata è stata prosciolta con la
formula “perché il fatto non sussiste”. Escono dal processo,
inoltre, gli imputati Roberto Franco, Carmela Morabito, Domenico
Morabito, Giovanni Marcianò, Paola Costantino, Domenico Alvaro,
Carmelo Caminiti, Irina Kandyba, Annunziato Tripodi, Donatello
Canzonieri, Orsola Di Lollo, Giovanni Palillo, Filippo Arabesco,
Maddalena Anna Cuzzola e Debora Arabesco.
Tra i rinviati a giudizio c’è il boss della ‘ndrangheta,
Carmelo Murina, di 60 anni, già detenuto per altra causa, ed il
cognato, Giuseppe Agostino, di 54, accusati entrambi di
associazione per delinquere di tipo mafioso. Secondo la Procura
e i carabinieri che hanno condotto le indagini, infatti, ci
sarebbe stata la ‘ndrangheta dietro il mercato illegale degli
alloggi popolari che venivano assegnati a persone non aventi
diritto. Sono stati rinviati a giudizio anche tre dipendenti
comunali, tra cui Antonio Nucera, in servizio nel settore Lavori
pubblici del Comune di Reggio Calabria, accusato di concorso
esterno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte www.ansa.it 2024-06-08 08:57:01