“Le donne sono storicamente caregiver, hanno inventato l’assistenza sul piano sociale, familiare e anche della ricerca. Bisogna dare valore al lavoro di cura delle donne caregiver e riconoscerlo sia sul piano sociale sia su quello dello sviluppo di competenze. Dare valore vuol dire ‘valorizzare’ queste competenze sia attraverso un loro riconoscimento sia trasferendole in ambito lavorativo e della progressione di carriera”. Lo ha detto la ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Eugenia Roccella, intervenendo oggi in Senato alla presentazione del libro bianco ‘Donne e malattie rare: impatto sulla vita e aspettative per il futuro’, nel corso dell’evento conclusivo della campagna promossa da Alexion, AstraZeneca Rare Disease insieme a Uniamo (Federazione italiana malattie rare), con la partecipazione di Fondazione Onda Ets, EngageMinds Hun e Altems dell’Università Cattolica.
Dal documento emerge che il 37% delle rispondenti all’indagine campionaria risulta non essere presente sul mercato del lavoro e, di queste, una su 5 ha dichiarato di aver perso il lavoro o di avervi rinunciato. Delle caregiver occupate, il 51% ha un contratto di lavoro full time, mentre il 49% lavoro part-time. Dall’indagine risulta, inoltre, che 8 donne su 10 hanno dovuto modificare la propria attività professionale a causa del proprio ruolo con conseguenti cambiamenti a livello di carriera, quasi sempre a carattere peggiorativo, come il rivestimento di ruoli meno senior, un minor carico di ore o la richiesta di maggiori giornate di riposo. Tra i motivi alla base del cambiamento della propria situazione lavorativa, oltre alla necessità di bilanciare il lavoro e la cura (23%), le rispondenti all’indagine hanno riportato motivi riconducibili a un’organizzazione sanitaria non efficiente, che include ricoveri ospedalieri e frequenti visite mediche o di controllo.
“Le donne sono caregiver perché spontanemante tendono a occuparsi dei bisogni degli…
Fonte www.adnkronos.com 2024-04-22 16:36:00