“Siamo portati in prima battuta a considerare il fenomeno della disfonia, ossia della voce rauca o comunque della difficoltà ad emettere suoni qualitativamente e quantitativamente validi, ad un uso scorretto o eccessivo della voce, ad un’infiammazione virale o batterica della laringe, alle conseguenze di un’allergopatia respiratoria o agli esiti di un reflusso gastroesofageo con risalita dei succhi acidi a partire dallo stomaco. Ma c’è un’altra condizione patologica, pure a genesi intestinale, nella quale è possibile riscontrare tra i diversi effetti proprio una importante e persistente disfonia frequentemente associata a marcata irritazione delle mucose oro-faringee. In questi casi l’agente responsabile della fenomenologia irritativa, che tra gli altri effetti provoca anche la raucedine, non è l’acido cloridrico (Hcl), ma l’acido solfidrico (H2S) prodotto nell’intestino in seguito a processi fermentativi attivati dai cosiddetti FodMap“. Così all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, in occasione della Giornata mondiale della voce, spiega come la cura della disfonia passi anche da una maggiore attenzione all’alimentazione.
“All’esame obiettivo della gola dei pazienti con disfonia – sottolinea – spesso non vengono rilevate patologie significative per cui, soprattutto nei casi in cui il paziente dovesse lamentare pure disturbi digestivi come bruciore di stomaco o eruttazione, il protocollo di cura si esaurisce nella prescrizione di un antiacido e di un protettore gastrico, in realtà non sempre efficaci al punto da riuscire a stabilizzare il quadro clinico”.
L’occhio dell’esperto punta sui FodMap, “un gruppo eterogeneo di carboidrati presenti in una grande varietà di alimenti che, quando consumati in quantità rilevanti e con assiduità da soggetti ‘sensibili’, possono causare spiacevoli disturbi non solo intestinali – precisa l’immunologo – FodMap, in realtà, è un acronimo composto dalle…
Fonte www.adnkronos.com 2024-04-16 13:35:22