Freddo nemico del cuore. Soprattutto per le persone con cardiopatie per le quali ogni grado in meno è un pericolo. “È stato anche calcolato che ogni 3 gradi in meno di temperatura il rischio di infarto per le persone con malattia coronarica aumenta del 10%”. Così Ciro Indolfi, past president della Società italiana di cardiologia (Sic) e ordinario di cardiologia all’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro in merito ai rischi per il cuore legati all’abbassamento delle temperature.
“Il freddo rappresenta un rischio importante soprattutto per due categorie – evidenzia Indolfi all’Adnkronos Salute – per chi ha la pressione alta, i soggetti ipertesi, e per chi ha una patologia coronarica”. Per quanto riguarda l’ipertensione “il problema è legato al fatto che il freddo produce una vasocostrizione, cioè le arterie diventano più piccole. E la pressione arteriosa d’inverno tende ad aumentare”. Il primo consiglio per gli ipertesi, dunque, è “ricontrollare la pressione quando la temperatura scende perché molto probabilmente queste persone avranno bisogno di una rimodulazione della terapia”.
Il secondo consiglio “è per le persone che hanno una patologia coronarica perché il freddo intenso, il gelo, aumenta il rischio di avere un infarto. È stato anche calcolato, da uno studio pubblicato alcuni anni fa sulla rivista scientifica ‘Jama’, che ogni 3 gradi in meno di temperatura atmosferica il rischio di infarto è del 10% in più in questa popolazione”. Il freddo, in questo caso, fa male al cuore perché “aumenta la frequenza cardiaca, aumenta i battiti, aumenta la pressione arteriosa, quindi può creare una trombosi, un trombo che occlude la coronaria”.
Per i pazienti che “già sanno di avere una patologia coronarica, ad esempio chi ha avuto un’angioplastica, chi ha avuto già un infarto, chi ha avuto un bypass, serve attenzione massima quando le temperature calano molto. Ma devono avere più cautela anche quei…
Fonte www.adnkronos.com 2024-01-09 19:02:55