Beni mobili ed immobili
per un valore di un milione di euro sono stati confiscati dalla
Polizia di Stato ad un imprenditore di Reggio Calabria, Domenico
Bruno, di 62 anni, accusato di appartenere alla cosca Libri e
già coinvolto nell’inchiesta denominata “Malefix”, risalente al
2020 e condotta dalla Dda reggina, nell’ambito della quale è
stato accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso
e tentata estorsione aggravata.
La confisca é stata disposta, su richiesta del Procuratore
della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore
aggiunto, Stefano Musolino, dalla sezione Misure di prevenzione
del Tribunale di Reggio Calabria, che ha confermato il sequestro
eseguito nel 2021 a conclusione delle indagini, dirette dal
questore Bruno Megale, dalle quali era emersa la sperequazione
tra quanto l’imprenditore dichiarava al fisco e il suo reale
patrimonio finanziario.
Domenico Bruno, che svolge la sua attività imprenditoriale
nel settore del commercio all’ingrosso di arredamenti per uffici
e negozi, era stato arrestato dalla Squadra mobile di Reggio
Calabria, nell’ambito della stessa inchiesta “Malefix”, con
l’accusa di essere stato in rapporti, in particolare, con
Antonio Libri, considerato l’attuale reggente dell’omonima cosca
di ‘ndrangheta. L’imprenditore, secondo l’accusa, in virtù della
sua presunta appartenenza alla cosca Libri, sarebbe riuscito ad
accumulare un ingente capitale che avrebbe reinvestito
nell’acquisto di immobili.
I beni confiscati a Bruno consistono in 12 terreni, tre
immobili, un’impresa individuale e due rapporti finanziari
intestati alla moglie e alla figlia dell’imprenditore. A carico
di Bruno, inoltre, il Tribunale ha disposto la misura della
sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno per quattro anni
nel comune di residenza.
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Fonte www.ansa.it 2023-11-25 09:37:06