La Calabria è la regione dove,
in rapporto agli abitanti, si svolgono più interrogatori di
persone indagate, fermate o detenute: uno ogni 54 residenti. Lo
rileva un’analisi condotta da Cedat 85, azienda specializzata
nella fornitura dei contenuti provenienti da parlato, realizzata
elaborando dati Istat. Secondo quanto emerge dallo studio
realizzato in concomitanza con l’entrata in vigore della Riforma
Cartabia che ha fatto scattare l’obbligo di registrare in audio
o audiovideo le “escussioni”, ogni anno nel nostro Paese si
svolgono oltre 830 mila interrogatori (in media 2.276 al
giorno).
Tra le province italiane nelle quali il rapporto
interrogatori-abitanti è più alto svetta al primo posto Vibo
Valentia (1/41 abitanti) seguita al secondo da Isernia (1/42),
con Imperia e Crotone (1/48) appaiate in terza posizione.
A livello nazionale, nella classifica stilata da Cedat 85,
la Calabria è seguita a brevissima distanza da Basilicata (1/55
ab.) e Liguria (1/56 ab.) Dal punto di vista dei numeri
assoluti, invece, la regione nella quale si tengono più
interrogatori è la Lombardia, erano quasi 130 mila (129.756) nel
2021, seguita dalla Sicilia (79.850), che supera di poco la
Campania (79.624). A primeggiare tra le province, invece, ci
sono quelle con i maggiori centri urbani: la prima è quella di
Roma seguita dalla provincia di Milano e da quella di Napoli.
“Con la riforma Cartabia – afferma Gianfranco Mazzoccoli,
presidente e fondatore di Cedat 85 – la fonoregistrazione e la
videoregistrazione rientrano tra le ordinarie e obbligatorie
forme di raccolta degli atti processuali, tra cui
l’interrogatorio”.
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Fonte www.ansa.it 2023-08-18 10:46:10