Da un solo caso a 6, con un decesso. E’ cambiato così, nel giro di una settimana, il bilancio nazionale delle infezioni West Nile, secondo l’ultimo bollettino diffuso dall’Istituto superiore della sanità sull’impatto del virus trasmesso da specie di zanzare ormai autoctone nel nostro Paese. E in un’Italia messa di fronte agli effetti del cambiamento climatico sull’ambiente e sulla salute, “è possibile prevedere una stagione più pesante” secondo il virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco. Se si pensa che già “banalmente il sottovaso sul terrazzo con l’acqua stagnante è un ‘autogrill’ per questi insetti vettori”, spiega l’esperto all’Adnkronos Salute, è facile immaginare come “il caldo umido, le esondazioni, le alluvioni” creino “le condizioni ambientali migliori per la riproduzione e la crescita di zanzare e insetti potenziali veicoli di malattie”.
Pregliasco invita a leggere i numeri comunicati dall’Iss innanzitutto in positivo, “per la capacità di sorveglianza e di individuazione dei casi che ci permette di fare prevenzione” passando da “una comunicazione senza toni allarmistici – precisa – ma con l’obiettivo di informare e responsabilizzare i cittadini a fare la propria parte”, nonché a “rivolgersi al medico a seguito di eventuali manifestazioni cliniche sospette”.
Lo stesso Iss, nel report sul virus West Nile aggiornato al 26 luglio, evidenzia il rischio “che la circolazione di questo o di altri patogeni trasmessi da insetti possa aumentare nelle prossime settimane”. Ad oggi, puntualizza l’istituto, “non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Malgrado siano allo studio dei vaccini, per il momento l’unico strumento preventivo contro la diffusione dell’infezione è soprattutto la riduzione dell’esposizione a punture di zanzare durante il periodo favorevole alla trasmissione”.
“Pertanto – raccomanda l’Iss – è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le…
Fonte www.adnkronos.com 2023-07-28 09:13:00