“La miastenia può essere curata con ottime probabilità di successo che oggi sono ancora più elevate perché abbiamo a disposizione nuovi farmaci e conosciamo la patogenesi della malattia. Su questa dobbiamo basare la terapia ‘disease modifying’, che modifica la malattia”. Così Gabriele Siciliano, professore di Neurologia dell’Università di Pisa e direttore Clinica neurologica dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale e membro della Sin (Società italiana di neurologia), introduce il tema dell’undicesima puntata della rubrica mensile ‘Proteggi il tuo cervello, affidati al neurologo‘, dedicata alle malattie neurologiche. Il progetto, nato dalla collaborazione tra la Sin e l’Adnkronos, ha come obiettivo quello di aumentare la conoscenza sulle patologie neurologiche e sulla figura del neurologo, ma anche e soprattutto sensibilizzare la popolazione ad affidarsi alle cure di questo specialista nel momento in cui compaiono i primi sintomi.
La forma più comune di miastenia è la gravis, che può insorgere a qualsiasi età, per la quale si stima – perché manca un registro dei pazienti – una prevalenza di circa 150 casi per milione di abitanti. La malattia rara insorge in genere nelle donne dai 20 ai 40 anni e negli uomini dai 50 agli 80 anni, mentre sono più rari i casi di questa patologia autoimmune nell’infanzia. “La miastenia – continua il neurologo – rappresenta il prototipo di alcune malattie che colpiscono la placca neuromuscolare”, la giunzione nervo-muscolo dove “sappiamo si trasmette l’impulso dal nervo motore al muscolo con il presupposto che, su comando della via nervosa, l’apparato muscolo-scheletrico realizzi il movimento, la contrazione, l’attività motoria in generale. Come dice il termine stesso, nella miastenia non si realizza la contrazione muscolare perché la trasmissione tra nervo e muscolo è bloccata”. Avvertire un senso di affaticamento…
Fonte www.adnkronos.com 2023-07-27 08:38:00