Il presidente della sezione
lavoro del tribunale di Catanzaro Emilio Sirianni non potrà più
rivestire il proprio ruolo. Il plenum del Csm, infatti, ha
approvato a maggioranza – 14 voti a favore, e sei astenuti – la
relazione di maggioranza uscita dalla quinta commissione che
chiedeva la non riconferma nel ruolo semi direttivo ricoperto da
Sirianni per avere dato consigli legali al sindaco di Riace
Mimmo Lucano, poi condannato in primo grado a oltre 13 anni di
reclusione per alcuni reati in relazione all’accoglienza dei
migranti nel comune calabrese quando ne era alla guida. Sette
voti sono andati alla mozione di minoranza della quinta
commissione che chiedeva invece la riconferma.
La richiesta per Sirianni, al quale tra quattro mesi scadeva
il secondo mandato quadriennale alla guida della sezione lavoro
del tribunale di Catanzaro, era motivata anche dalle offese
rivolte, nel corso di una conversazione telefonica con Lucano,
nei confronti del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
Il voto del plenum del Csm è giunto al termine di un
articolato dibattito che ha riguardato, in particolare, la
possibilità per un magistrato di manifestare il proprio
pensiero, anche politico, in conversazioni private – delle
telefonate si è venuti a conoscenza perché Lucano era
intercettato dalla Procura di Locri – e di quanto questo abbia
potuto incidere sull’attività professionale di Sirianni.
Il giudice – di magistratura democratica – era stato indagato
per favoreggiamento e prosciolto dalla Procura di Locri e, in
seguito, lo stesso Csm si era occupato del suo caso in altre due
occasioni: la sezione Disciplinare del Csm, nel luglio 2020,
aveva escluso l’addebito, su conforme richiesta della Procura
generale della Corte di cassazione, e la prima Commissione aveva
aperto un fascicolo per valutare gli eventuali profili di
incompatibilità ambientale o funzionale concluso con
l’archiviazione della pratica, deliberata dal a gennaio 2020, in
conformità alla unanime proposta della Commissione.
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Fonte www.ansa.it 2023-07-12 17:02:01