Il trapianto era necessario, ma l’anestesia generale era impossibile da sostenere a causa di altre patologie concomitanti all’insufficienza renale. Rifiutata da un altro centro italiano, è stata operata al Sant’Orsola di Bologna per un trapianto di rene da donatrice vivente, sua mamma Rosaria. E’ la storia complessa ma a lieto fine di Veronica, 25 anni, la prima paziente operata di trapianto in anestesia loco-regionale all’Irccs bolognese.
“Veronica soffre di fibrosi cistica e il suo quadro clinico è complessivamente difficile, contraddistinto da un’insufficienza respiratoria che rendeva impossibile anche solo ipotizzare l’anestesia generale: i rischi erano troppo alti”, spiega Gaetano La Manna, direttore Nefrologia, dialisi e trapianto del Sant’Orsola. “Abbiamo scelto di proporle un trapianto con anestesia loco-regionale dopo un lungo confronto multidisciplinare. Siamo orgogliosi di averle offerto questa opportunità, perché nonostante la complessità dell’intervento abbiamo evitato a Veronica di continuare la dialisi e numerose altre complicazioni. Poter offrire una soluzione terapeutica anche alle persone più fragili come Veronica – sottolinea lo specialista – rappresenta per la medicina una sfida culturale e scientifica, ma anche e soprattutto un grande gesto di sensibilità umana e professionale a cui la comunità scientifica non deve mai sottrarsi”.
“Intubare Veronica era impossibile, c’era il rischio di una tracheotomia o serie complicanze respiratorie. Oltre alla valutazione clinica in gruppo, c’è un aspetto che mi ha dato la certezza che potevamo darle questa opportunità: la sua motivazione e forza”, evidenzia Antonio Siniscalchi, direttore Terapia intensiva post chirurgica del policlinico. “Gestire un paziente in anestesia loco-regionale, sia prima che durante l’intervento – precisa – è complesso: prima bisogna scegliere la terapia più specifica rispetto al caso, durante bisogna supportare la paziente anche dal…
Fonte www.adnkronos.com 2023-07-03 12:53:39