Perché un trattamento di fecondazione assistita, più o meno nel 50% dei casi, fallisce? Scienziati italiani hanno portato a termine un grande studio proprio con l’obiettivo di passare in rassegna tutti i possibili elementi che portano a un insuccesso dopo trasferimento di embrioni cromosomicamente sani. Il lavoro, pubblicato su ‘Human Reproduction Update’, è oggetto di una comunicazione orale molto attesa al 39esimo Congresso della Società europea di medicina della riproduzione ed embriologia (Eshre) in corso a Copenhagen, in Danimarca.
Gli esperti guidati da Danilo Cimadomo, Laura Rienzi e Antonio Capalbo, rispettivamente responsabile Ricerca e Sviluppo e direttore scientifico del gruppo Genera e Chief Scientific Officer di Juno Genetics, hanno collaborato con colleghi americani della Columbia University di New York e dell’università Federico II di Napoli. Nel tentativo di aprire la ‘scatola nera’ dell’impianto, gli specialisti si sono avventurati tra migliaia di lavori presenti nella letteratura scientifica, i quali hanno provato a dare una spiegazione al fallimento di impianto o all’aborto dopo trasferimento di embrioni euploidi. Cercando di fissare quali sono i principali motivi di fallimento, per consentire alla ricerca di proseguire su questa strada e guadagnare sempre più terreno in un ambito che rimane, per sua natura, misterioso e spesso inspiegabile, sono stati necessari 2 anni di studio, e decine di pagine, tabelle e figure riassuntive sono il risultato del lavoro presentato al congresso Eshre.
“Oggi la scienza ci consente di arrivare fino a un certo limite – spiega Rienzi – per cercare il successo nella Pma: lo strumento massimo che abbiamo è poter arrivare a coltivare gli embrioni a blastocisti e poi procedere con il test genetico pre-impianto: un embrione euploide (cioè risultato cromosomicamente sano al test pre-impianto) ha fra il 45% e il 65% di chance di essere un bambino sano che nasce. Viceversa, c’è…
Fonte www.adnkronos.com 2023-06-27 14:46:37