Spermatozoi meno numerosi e più lenti negli uomini guariti da Covid 19, anche a distanza di oltre 3 mesi dall’infezione. Sars-CoV-2, pure se contratto in forma lieve, sembra peggiorare la qualità spermatica a lungo termine, benché eventuali ripercussioni di questo effetto sulla fertilità rimangano ancora da chiarire. E’ quanto emerge da uno studio spagnolo presentato al 39esimo Congresso annuale della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre) in corso a Copenhagen, in Danimarca.
Dopo alcune ricerche secondo cui la qualità del seme maschile appare compromessa a breve termine dopo un’infezione Covid, Rocio Núñez-Calonge, consulente scientifico dell’Ur International Group at the Scientific Reproduction Unit di Madrid, ha voluto indagare sulla durata di questo ‘danno’ che anche lui e i suoi colleghi avevano avuto modo di osservare in pazienti seguiti da cliniche spagnole di fecondazione assistita. “Poiché servono circa 78 giorni per produrre nuovo sperma – spiega l’esperto – ci è sembrato opportuno valutarne la qualità almeno 3 mesi dopo la guarigione” da Covid. “La nostra ipotesi era che sarebbe migliorata” una volta rinnovato il ‘parco spermatozoi’, “ma così non è stato”, sottolinea Núñez-Calonge. Al momento, precisa, “non sappiamo quanto tempo potrebbe essere necessario per ripristinare la qualità spermatica” pre-infezione, e non possono essere esclusi “danni permanenti anche negli uomini che hanno avuto solo un’infezione lieve”.
LO STUDIO
Tra febbraio 2020 e ottobre 2022 gli autori hanno arruolato 45 uomini, età media 31 anni, in 6 cliniche di riproduzione della Spagna. Tutti avevano una diagnosi confermata di Covid-19 lieve e i centri disponevano delle analisi di campioni di sperma prelevati prima del contagio; un altro campione è stato prelevato tra 17 e 516 giorni dopo l’infezione, con un tempo mediano fra il prelievo pre-Covid e quello post pari a 238 giorni. I ricercatori hanno…
Fonte www.adnkronos.com 2023-06-26 15:04:00