Ultimi giorni di scuola per gli studenti italiani. Milioni di ragazzi, salvo chi dovrà affrontare ancora la prova degli esami, dalla prossima settimana cominceranno la pausa estiva. Ma non sedersi fra i banchi per un paio di mesi per molti di loro potrebbe non equivalere a staccare totalmente dai libri. Perché, puntuali come ogni anno, dietro l’angolo ci sono i compiti per le vacanze, un prolungamento dell’attività di studio che li traghetterà fino al prossimo anno scolastico. E puntuale scatta anche il dilemma: è giusto sì o no dare libri da compilare e consegne da assolvere durante l’estate? Per il pediatra Italo Farnetani la risposta è “no, senza ombra di dubbio”. Il suo messaggio è: il tempo libero serve quanto i libri.
L’esperto ne ha fatto una vera ‘crociata’: “Sono ormai vent’anni che mi batto contro i compiti per le vacanze. Sono inutili e dannosi”, spiega all’Adnkronos Salute. “Devo dire che i progressi ci sono stati perché si è alimentato un notevole dibattito al riguardo e negli anni molti hanno preso posizioni meno favorevoli allo studio estivo. Ricordo per esempio il messaggio lanciato nel 2013 dall’allora ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza”, che suggerì meno compiti per le vacanze e più letture e visite nelle città d’arte.
Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta, approfondisce “i motivi validi” per bandire i compiti per le vacanze. “Prima di tutto, va chiarito che un lungo periodo di interruzione della normale attività non è dettato dal fatto che i docenti hanno necessità di ‘ferie lunghe’, ma è stato un modo per far sì che gli alunni, cioè bambini e adolescenti, potessero contare su un periodo di riposo utile non solo per spezzare lo stress dell’apprendimento (attività che richiede un impegno notevole dal punto di vista del ragionamento), ma anche per conoscere meglio l’ambiente esterno. Durante l’anno scolastico, infatti, gli…
Fonte www.adnkronos.com 2023-06-07 12:45:46