“È un dato di fatto che in Italia ci sono milioni di fumatori che non vogliono o che non riescono a smettere di fumare. Non accettano di essere medicalizzati per il loro tabagismo e in Italia, ancora oggi, non abbiamo una politica sanitaria che si prenda carico di queste persone. La riduzione del rischio rappresenta la soluzione”. Così Riccardo Polosa, fondatore del Coehar, Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania, che questa mattina ha promosso nella città siciliana la conferenza nazionale sulla riduzione del danno a cui hanno partecipato i massimi esperti del settore.
Il fumo di tabacco – ricorda una nota – in Italia rappresenta ancora la principale causa prevenibile di sviluppo di patologie oncologiche. Ma per molti fumatori smettere è davvero difficile e negli ultimi anni il passaggio all’utilizzo di sistemi senza combustione e a rischio ridotto ha innescato un dibattito scientifico che coinvolge la comunità accademica di tutto il mondo, ma il tema riguarda anche le politiche pubbliche e le risposte che arrivano dalla scienza. “In Paesi dall’approccio liberale, come la Svezia o la ben nota Inghilterra, che hanno scelto di aprirsi agli strumenti alternativi a rilascio di nicotina promuovendoli nei percorsi di cessazione per i fumatori incalliti, si sta arrivando al prestigioso obiettivo smoke free. E’ tempo di seguire gli esempi virtuosi anche in Italia”, aggiunge Polosa.
In tema di politica sanitaria internazionale, l’imminente Cop10, Conferenza delle parti della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale della sanità. “L’idea dell’Oms – sottolinea fondatore del Coehar – è semplicemente quella di equiparare i prodotti tecnologici senza combustione per l’erogazione della nicotina alla sigaretta combusta, ma stiamo parlando di due prodotti completamente diversi soprattutto per il profilo tossicologico. La Cop rappresenta…
Fonte www.adnkronos.com 2023-05-31 14:15:00