Mangiare poco, in intervalli limitati, e mai troppo tardi la sera per vivere a lungo e in salute. A partire dall’insegnamento di Ippocrate che invitava a fare del cibo la propria medicina, gli esperti della Società italiana di medicina interna sintetizzano così suggerimenti tratti da un’estesa revisione della letteratura dedicata all’impatto dell’alimentazione sulla longevità sana. Oggi i meccanismi dell’invecchiamento sono noti, come lo sono le principali strategie per contrastarlo, a partire proprio dall’alimentazione.
Una delle più importanti è proprio l’alimentazione contenuta, ma comunque ricca di tutti i nutrienti essenziali. “Limitare l’apporto di cibo infatti fa entrare le cellule in modalità ‘protezione’ e questo consente loro di resistere meglio agli insulti esterni; allo stesso tempo le cellule ‘a dieta’ soddisfano le proprie necessità attraverso una sorta di auto-cannibalismo (autofagia) delle componenti invecchiate e poco funzionali. In pratica dunque la restrizione calorica attiva una sorta di ‘pulizia interna’ (come quella che si fa periodicamente sull’hard drive del computer) che, oltre a rimuovere componenti deteriorati e potenzialmente pericolosi, stimola anche la rigenerazione cellulare”, spiegano gli esperti.
“Da un punto di vista pratico – spiega Giorgio Sesti, presidente della Società italiana di medicina interna – la restrizione calorica si può attuare secondo diversi approcci, da adattare alle esigenze del singolo e alle sue possibilità. Ma va detto che si tratta di estrapolazioni teoriche di quanto osservato su modelli cellulari e animali oltre che su marcatori surrogati di longevità in salute. Al momento infatti per nessuno di questi approcci esiste la dimostrazione scientifica che ne documenti in modo definitivo l’efficacia nell’allungare la vita in salute, perché i risultati degli studi in corso si potranno osservare solo tra qualche decennio. Alcune evidenze…
Fonte www.adnkronos.com 2023-05-21 05:18:27