Raccomandate dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in presenza di patologie croniche, come i tumori del sangue, le Early palliative care (Epc) cioè le cure palliative precoci e simultanee sono un innovativo modello terapeutico-assistenziale che, integrando il percorso terapeutico oncologico standard entro due mesi dalla diagnosi di fase avanzata della malattia, migliora la qualità e l’aspettativa di vita. Sul tema si sono confrontati, oggi a Roma, gli esperti presenti all’evento ‘Le cure palliative precoci in emato-oncologia: la nuova risposta ai bisogni di pazienti e caregivers’, organizzato dalla Fondazione Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto (Gimema) – Franco Mandelli Onlus.
L’incontro, che ha avuto il patrocinio di dell’Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma (Ail), l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), la Società italiana di ematologia (Sie), Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Società italiana di cure palliative (Sicp), e il supporto delle sezioni Ail di Roma e Bari, ha riunito importanti ematologi, oncologi, palliativisti, biologi, infermieri, psicologi e associazioni dei pazienti. Nel corso della giornata, aperta dal presidente della Fondazione Gimema, Marco Vignetti, hanno portato il loro contributo, tra gli altri, relatori di fama internazionale provenienti dagli Usa e dal Canada: David Cella della Northwestern University di Chicago-Usa e Camilla Zimmermann del Princess Margaret Cancer Centre, University Health Network di Toronto, che con due letture magistrali hanno offerto una prospettiva globale sul tema delle Early palliative care (Epc).
Nel nostro Paese – ricorda una nota – si stimano almeno 150-180mila pazienti affetti da tumore che ogni anno hanno bisogno di cure palliative ed è probabile che, per effetto degli studi clinici condotti sull’integrazione precoce delle Epc nell’ambito dei trattamenti antitumorali,…
Fonte www.adnkronos.com 2023-05-19 15:24:28