Sentenza della Corte d’assise di Catanzaro
(ANSA) – CATANZARO, 18 APR – La Corte d’assise di Catanzaro
ha assolto, per non aver commesso il fatto, Cosmo Michele
Mancuso, di 74 anni, detto “Michelina”, Domenico Polito (59), di
Paradisoni di Briatico, e Antonio Prenesti (57), di Nicotera,
accusati dell’omicidio di Raffaele Fiamingo, indicato come il
boss della zona del Poro, e del tentato omicidio del boss
Francesco Mancuso, detto “Ciccio Tabacco” di Limbadi – nipote di
Cosmo Michele Mancuso – uno dei fatti di sangue più importanti
degli ultimi decenni nel Vibonese, avvenuto nel luglio del 2003
a Spilinga. I reati erano aggravati da premeditazione e metodo
mafioso. Lo scorso 11 aprile l’accusa aveva invocato tre
ergastoli.
Al centro del procedimento c’è l’agguato avvenuto 20 anni fa,
il 9 luglio 2003, di cui Michele Mancuso, secondo la Dda di
Catanzaro, sarebbe il mandante, mentre Antonio Prenesti e Mimmo
Polito sarebbero gli esecutori materiali.
Il movente dell’agguato, per l’accusa, sarebbe da ricercare
nel fatto che Fiamingo e Mancuso avrebbero chiesto il pizzo al
gestore di un panificio di Spilinga, e tra i proprietari di quel
negozio c’era anche il fratello di Antonio Prenesti, ritenuto
braccio destro del boss Cosmo Mancuso. Dopo la richiesta
estorsiva, i gestori del panificio, sentendosi forti – secondo
gli inquirenti – del sostegno di boss locali, avrebbero chiesto
a Fiamingo e a Francesco Mancuso di tornare dopo un’ora. Nel
frattempo il gestore del panificio e il fratello di Prenesti si
sarebbero recati da Cosmo Mancuso a Limbadi, assieme a Polito,
per chiedere al boss il placet per l’agguato. E Mancuso avrebbe
dato l’ok a sparare contro il nipote.
Secondo la Corte d’Assise di Catanzaro, però, i tre non
avrebbero commesso il fatto. Tra 90 giorni le ragioni della
decisione. (ANSA).
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Fonte www.ansa.it 2023-04-18 18:30:05