Sul territorio calabrese continua a perdersi in media il 61% dell’acqua immessa in rete. Tra le cinque province la percentuale di perdite più alta si registra nel Reggino (69%) mentre quella più bassa nel Catanzarese, dove comunque si perde più della metà dell’acqua (54%). Perdite del 60% vengono rilevate nelle province di Cosenza e Crotone, mentre il Vibonese si attesta al 55%. Più delle percentuali, però, sono i numeri a rendere l’idea dei volumi d’acqua dispersi, un disastro ambientale ed economico in tempi di siccità: in un anno vengono immessi nelle reti oltre 416 milioni di metri cubi d’acqua, ma quelli fatturati sono solo 159 milioni. Il dato, per altro in continuità con le stime del 2020, è tra quelli riportati nel documento preliminare di aggiornamento del Piano d’ambito del Servizio idrico integrato pubblicato dall’Arrical, l’ente calabrese di governo d’ambito per i rifiuti e l’acqua.
Gli investimenti per il futuro Il documento prevede che gli investimenti necessari per la risoluzione delle criticità riscontrate – ovviamente non si tratta solo delle perdite – ammontino, nel periodo 2021-2050, a quasi 2 miliardi di euro, che dovrebbero derivare in parte da fondi pubblici (delibere Cipe, Fondi Fsc, Bilancio regionale) e «in parte, soprattutto per il segmento dell’acquedotto, finanziati dai proventi da tariffa», nota molto dolente per l’altro tasso di evasione che si registra si territori. A proposito delle perdite, però, va ricordato che la Calabria ha perso l’opportunità di accedere alle due tranche del bando del Pnrr finalizzato a ridurle.
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-04-03 01:30:41