E se il Piano nazionale di ripresa e resilienza non fosse sufficiente a ridurre il divario territoriale che divide il Mezzogiorno dal resto d’Italia, in particolare con il Nord? Uno degli “obiettivi trasversali” del Recovery è in effetti proprio questo. A introdurre tale possibilità in maniera “ufficiale” è la Corte dei conti-Sezione delle autonomie nella relazione periodica sullo stato di attuazione del Pnrr presentata martedì al Parlamento.
I diversi paragrafi del corposo documento suddiviso in due tomi e una relazione evidenziano luci (che pure ci sono) e ombre per quel che riguarda la situazione del Sud che con i fondi europei andrà in sostanza a beneficiare di «un ampliamento dell’intervento pubblico» per via delle condizioni di «svantaggio relativo in pressoché tutti gli indicatori economici e sociali». Da qui la battaglia politica degli anni passati per assegnare la quota maggiore proprio al Mezzogiorno, che «trova giustificazione in dinamiche dell’accumulazione pubblica che, nel difficile decennio aperto dalla crisi finanziaria mondiale, avrebbero mancato di compensare i pregressi divari territoriali».
Ma l’assegnazione di queste risorse «costituisce condizione necessaria ma non sufficiente per il conseguimento dell’obiettivo di riduzione dei divari territoriali». Peraltro, si rileva nella relazione, la gran parte delle risorse relative ai “progetti identificati” «è in capo al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile (oggi Mit) per 19,9 miliardi su un totale di 24,8 miliardi di euro, per cui la destinazione a favore del Mezzogiorno potrebbe avere a che fare più con la particolare tipologia dei progetti assegnati a questo ministero che con un effettivo orientamento meridionalista seguito dalle amministrazioni».
Leggi l’articolo completo sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Calabria
© Riproduzione riservata
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-03-30 01:29:01