«Vi ringrazio per la vostra visita. Siete una bella Comunità e vi incoraggio ad essere, per la vostra terra, lievito di Vangelo e segno vivo di speranza. Camminate insieme, e la formazione sia in un unico Seminario, o in due o in tre, ma insieme, non isolati in piccoli gruppetti. La parola “insieme” è il messaggio, come fare l’insieme vedete voi che siete su questa strada e con la modalità che voi scegliete». Così il Papa nell’udienza a seminaristi delle Diocesi della Calabria.
«Vorrei però soffermarmi sulla domanda iniziale, che Gesù rivolge ai due discepoli quando si accorge che lo stanno seguendo: «Che cosa cercate?» (v. 38). Noi a volte cerchiamo una “ricetta” facile, Gesù invece inizia con una domanda che ci invita a guardarci dentro, per verificare le ragioni del nostro cammino. E oggi vorrei rivolgere a voi questa domanda. Anzitutto ai seminaristi: che cosa cercate? Qual è il desiderio che vi ha spinto a uscire incontro al Signore e a seguirlo sulla via del sacerdozio? Cosa stai cercando in Seminario? E cosa cerchi nel sacerdozio? Dobbiamo chiedercelo, perché a volte succede che “dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa”, in realtà cerchiamo “la gloria umana e il benessere personale”. È molto triste quando trovi sacerdoti che sono funzionari, che hanno dimenticato l’essere pastori di popolo e si sono trasformati in chierici di Stato. Ecco, ricordiamoci questo: il Seminario è il tempo in cui fare verità con noi stessi, lasciando cadere le maschere, i trucchi, le apparenze».
«La domanda di Gesù, però, vorrei rivolgerla anche ai fratelli Vescovi: che cosa cercate? Che cosa desiderate per il futuro della vostra terra, quale Chiesa sognate? E quale figura di prete immaginate per il vostro popolo? Perché voi siete i responsabili della formazione di questi ragazzi. Non possiamo più pensare il prete come un pastore solitario, chiuso nel recinto parrocchiale; occorre unire le forze e mettere in…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-03-28 01:30:30