Si chiama “Next generation healthcare”, è una “infrastruttura di innovazione in sanità con cui il politecnico di Milano si insedierà all’interno di Mind”. Lo ha detto Alberto Cesare Redaelli, direttore della Sezione di Bioingegneria, Politecnico di Milano all’evento ‘Collaborare per competere: il modello Federated innovation @Mind per lo sviluppo del sistema Paese’, organizzato a Roma dalla rete di circa 40 imprese sorta nel distretto di Mind (Milano innovation district) per creare progetti d’innovazione.
L’infrastruttura avrà “uno spazio di 5mila metri quadrati – continua il professore – in cui coesisteranno dei laboratori che ricreeranno setting di cura (casa del paziente, sala operatoria, palestra di riabilitazione) e laboratori tecnologici che riassumono le competenze che sono all’interno dell’Università: dall’intelligenza artificiale, alla sensoristica ambientale e indossabile, dal metaverso fino alla digital therapeutics e, ovviamente, telemedicina, digital twin (gemello digitale, ndr). Sono tutte tecnologie interconnesse che vogliamo mettere a terra”.
“Siamo un’àncora che si sta insediando all’interno di Mind – precisa Redaelli – e contiamo di farlo nei prossimi mesi con la chiusura di un percorso che fa della partnership pubblico-privato un punto di forza” grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del ministero. “Il progetto – spiega il professore – si chiama Next generation healthcare, non Next generation hospital”. Questo “non perchè gli ospedali non siano improntati, ma perché è importante il patient journy”, il percorso del paziente, “come ha ricordato Giuseppe Banfi”, direttore scientifico Irccs Galeazzi- S. Ambrogio e professore ordinario di Biochimica clinica, Università Vita Salute San Raffaele, Milano. “Se vogliamo affrontare la sfida della salute del domani – fa presente Redaelli – dobbiamo seguire la filiera, partire dalla prevenzione…
Fonte www.adnkronos.com 2023-03-08 10:25:18