Le proposte di modifica alle reti Ten-T rischiano di penalizzare l’Italia e il Sud. Ne è convinta la Fit Cisl che in una nota evidenzia di non essere contraria «a implementare la rete coinvolgendo altri Paesi, anzi alla luce delle recenti vicende che hanno interessato l’Europa, l’adeguamento è necessario», ma allo stesso tempo ritiene «che non sia giusto depotenziare il sistema italiano e, in particolare, il porti di Gioia Tauro, Napoli e Palermo che rivestono un ruolo centrale nelle intenzioni definite dal piano europeo originale».
La federazione trasporti prosegue spiegando che «il piano, elaborato tenendo conto delle esigenze dei Paesi interessati, individuava verso l’Europa dell’Est, verso il Mediterraneo e all’interno della stessa Unione Europea cinque assi strategici delle reti europee di trasporto e trenta progetti prioritari che furono definitivamente approvati nel 2005 e subirono revisione di assestamento nel 2013, quando si definirono 9 corridoi core core network (da realizzarsi entro il 2030), ovvero di primario interesse strategico per l’Unione e una rete globale per garantire l’accessibilità a tutte le regioni europee, la comprehensive network (da realizzarsi entro il 2050). L’Italia, per la sua posizione strategica, è interessata da quattro dei nove corridoi della rete core Ten-T, fondamentali per incrementare le connessioni fra i mercati europei e che includono diverse opere. «Tuttavia – spiega il sindacato – le recenti proposte della Commissione Europea tendono a modificare l’equilibrio stabilito nel 2013, rischiando di penalizzare il nostro Paese».
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2023-03-07 02:32:43