Calabria al bivio. Dire che i prossimi anni saranno decisivi per le sorti della regione potrebbe apparire scontato. Ma le cose stanno proprio in questo modo. Le prospettive indicano un futuro denso di incertezze, in attesa che qualcuno dei piani messi in campo negli anni faccia qualche effetto, possibilmente positivo.
L’Istat nelle sue ultime rilevazioni paventa un rischio desertificazione demografica, con un Sud al di sotto dei 20 milioni di abitanti nel 2030, in assenza di azioni correttive: «I ritardi del Mezzogiorno stanno aumentando i rischi di un eccessivo e non reversibile impoverimento demografico. Fra il 2011 e il 2020 si è registrato il primo calo di popolazione nella storia recente del Mezzogiorno (-642mila abitanti; +335mila nel Centro-Nord). A tendenze invariate, nel 2030 i residenti scenderanno per la prima volta sotto la soglia critica dei 20 milioni di abitanti». Quali siano queste azioni correttive, almeno quelle più rilevanti, è presto detto. Anzi, potrebbe ridursi almeno in questa fase ad una, ossia il Pnrr. Ma in mezzo ci sono anche altre incognite che non è ancora ben chiaro quali effetti potranno avere, come ad esempio il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Il provvedimento è al momento al centro di una bagarre politica e, quindi, non è semplice individuarne la vera natura di fondo. Ma è un fatto che per il Mezzogiorno, e quindi anche la Calabria, sarebbe necessario poter contare su interventi e progetti volti a colmare il gap esistente con il resto del Paese, che l’Istituto nazionale di statistica individua in una serie di punti, che lo stesso Pnrr ha nel proprio mirino per il loro superamento.
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-02-27 02:29:20