La decisione del Governo di bloccare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per tutti i bonus fiscali, compreso chiaramente il superbonus, con il D.L. n. 11/2023, sta mettendo in crisi il settore immobiliare e, di converso, la tenuta dell’intero sistema economico.
Come denunciato da più parti, a rischio è infatti il futuro di almeno 25 mila aziende dell’edilizia e 130 mila posti di lavoro.
È una iniziativa questa che fa seguito alle numerose modifiche che, in meno di tre anni, sono state apportate al provvedimento, ben ventidue, dall’agosto 2020, quando ha preso avvio la misura agevolatoria con l’intento di rendere più efficienti dal punto di vista energetico e anti-sismico case e condomini. Le agevolazioni concesse al 31 dicembre 2022 ammontavano a 105 miliardi di euro, una cifra destinata a superare quota 110 miliardi entro marzo 2023. Una cifra monstre per un bonus destinato a garantire, in futuro, una percentuale di agevolazione più bassa.
Per il pregresso sul superbonus 90% si salvano sia lo sconto in fattura che la cessione crediti, ma a condizione che siano state presentate Cila (comunicazione di inizio lavori asseverata) antecedenti alla data di entrata in vigore della nuova normativa.
In Calabria, la situazione appare drammatica, alla luce del fatto che risultano avviati quasi 12.000 cantieri, la maggior parte dei quali riguardano interventi per edifici unifamiliari, seguiti da quelli delle unità immobiliari indipendenti e dai condomini.
Per l’avv. Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria: «La cessione del credito è nata nel 2016, ben prima dell’introduzione del Superbonus, per favorire l’utilizzo delle detrazioni fiscali da parte delle famiglie meno abbienti. Negli anni successivi il meccanismo è stato modificato in vari modi, discutibili come ogni cosa. Soprattutto in termini di certezza del diritto, che è tale solo se è a lungo termine, come ha insegnato Bruno Leoni. Lascia pertanto quantomeno perplessi, se…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-02-24 14:42:34