Decisive per la rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica sono state 36 preferenze provenienti dal centrodestra, per le quali ha contribuito fattivamente l’on. Maurizio Felice D’Ettore, ex deputato originario di Locri, eletto nel 2018 nel collegio uninominale di Arezzo. Il retroscena è stato svelato nei giorni scorsi da Stefano Ceccanti, costituzionalista ed ex deputato del Partito Democratico, in occasione dell’inaugurazione della XXI edizione del master in istituzioni parlamentari “Mario Galizia” per consulenti d’assemblea, organizzato dall’Università “La Sapienza” di Roma, nello specifico nel corso del dibattito legato alla presentazione del libro “L’inquilino”” di Lucia Annunziata.
Il professore Ceccanti, ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato a “La Sapienza”, ha raccontato alla platea che «tutta la rielezione del presidente Mattarella si è fatta in Parlamento perché dai vertici dei partiti non arrivava alcuna indicazione, di nessun tipo. L’indicazione data ai grandi elettori del Pd è “non fate niente, votate scheda bianca e basta”. Rendendoci conto che né il Partito Democratico né il Movimento 5 Stelle, che era paralizzato in quel momento dallo scontro ai vertici Conte-Di Maio, erano in grado di dire nulla ai propri grandi elettori – ha aggiunto l’ex deputato del Pd – ci siamo organizzati da soli. Quindi con un gruppo di parlamentari del Pd e del M5S abbiamo deciso di cominciare a votare Mattarella.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2023-02-23 02:32:45