“Dodici milioni e 400mila fumatori in Italia sono la prova che il proibizionismo non paga”. Così Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, nel corso dei lavori della Winter School 2023 in corso a Pollenzo (Cuneo), durante la quale è stata presentata la monografia ‘Riduzione del rischio come strategia per un futuro senza fumo’. “Un dato che è anche il risultato delle politiche di prevenzione finora portate avanti che, evidentemente, non hanno funzionato”, commenta Luciano Flor, già direttore generale Area Sanità e Sociale Regione Veneto. “Fermo restando che la proposta numero uno è smettere di fumare – osserva – i professionisti e gli esperti di settore ritengono che occorra intraprendere una strada basata sulla riduzione del rischio attraverso tutti gli strumenti disponibili e le alternative messe in campo”.
Dal convegno è emerso come in Italia solo 13mila fumatori si rivolgono ai centri antifumo (268 in tutto, sparsi nel nostro Paese): una percentuale molto piccola (inferiore all’1%), considerato che, per effetto della combustione del fumo di sigaretta, muoiono ogni anno circa 93mila persone in base alle indicazioni del ministero della Salute. Le percentuali di cessazione, pur in osservanza delle linee guida, sono modeste e certamente inferiori a una percentuale del 50% dei soggetti trattati con un follow-up di 3 anni.
“Negli ultimi anni – analizza Fabio Beatrice, primario emerito di Otorinolaringoiatria a Torino, fondatore Centro antifumo Ospedale San Giovanni Bosco Torino e direttore scientifico del Board di Mohre – il dibattito scientifico è soprattutto focalizzato sui prodotti senza fumo che, secondo alcuni, rappresentano un ulteriore rischio per la questione delle dipendenza da nicotina, mentre per altri esperti rappresentano una buona opportunità di riduzione del rischio legato alla combustione per tutti i fumatori che non riescono a smettere o non vogliono smettere”. Per Beatrice, i prodotti…
Fonte www.adnkronos.com 2023-02-17 17:19:23