«Reggio deve tornare ad essere la città delle opportunità coinvolgendo la sua periferia». Scrive al sindaco facente funzioni Paolo Brunetti e al prefetto Massimo Mariani – «non solo come persona impegnata in politica, ma anche nella veste di semplice cittadino» – l’esponente dell’Udc Peppe Pinto, riaccendendo i riflettori sul quartiere di Catona. «La città siamo noi quando – è la premessa di Pinto – con forza viviamo ogni giorno attivamente la partecipazione, la fiducia, l’ascolto e con il coraggio richiesto da questi tempi difficili». Da qui la richiesta, in primis a Brunetti, di «un’attenzione particolare verso la periferia cittadina che sente il bisogno di essere ascoltata, di ricevere risposte sia sulle piccole cose della vita quotidiana, sia sulle più complesse problematiche legate alla sicurezza, all’incolumità pubblica, all’igiene ambientale, ai servizi alle persone».
Punto di partenza del ragionamento di Pinto è il milione e mezzo di euro che il Comune investirà per la riqualificazione del lungomare di Catona. «Una nota positiva per il quartiere che, proprio in questi giorni, è al centro dell’attenzione», osserva Pinto. Che entra così nel merito delle principali emergenze: «Catona convive, come la maggior parte dei quartieri periferici, con problematiche inerenti la viabilità, il servizio idrico, gli spazi destinati al tempo libero e all’aggregazione abbandonati a sé stessi, il campo sportivo che porta il nome del glorioso Pietro Reitano ridotto ad una vera e propria discarica. Altra situazione che mette a dura prova – continua Pinto – sono le strade comunali che, in occasione di abbondanti precipitazioni, riversano sul lungomare un fiume di acqua proveniente dalla parte alta del quartiere (vedi Salice e Arghillà). A causa della mancanza di una adeguata raccolta proprio delle acque, la situazione crea allagamenti oltre a danneggiare i pozzetti. Così le strade comunali diventano piene di buche con pregiudizio per la circolazione. Basti pensare che nel tratto del lungomare davanti alla caserma dei Carabinieri e al Lido dello Stretto vengono messe le bandierine per segnalare i pozzetti delle acque meteo sollevati. Inoltre, le acque piovane si mescolano alle acque reflue, raggiungono il centro abitato della marina e il lungomare e fanno saltare le basole dei pozzetti della fognatura, allagando cortili, abitazioni e il lungomare prima di riversarsi direttamente a mare».
Leggi l’articolo completo sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Reggio
© Riproduzione riservata
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2023-02-15 02:32:53