La Calabria in prima linea per la prevenzione della diffusione della peste suina e il controllo della specie cinghiale.
Il fenomeno dell’aumento esponenziale dei cinghiali è diventato argomento quotidiano di grande attualità.
L’Italia intera è pervasa dal disagio diffuso che questo ungulato, molto adattabile ed invasivo, sta arrecando con danni notevoli al mondo dell’agricoltura e alla pubblica incolumità determinati dalla invasione di strade a lunga percorrenza e negli ambiti urbani, causando incidenti con rischi evidentissimi per i cittadini oltre ai pericoli sanitari legati alla possibile diffusione di malattie molto severe, come la tubercolosi e la trichinellosi.
Un notevole aumento di attenzione da parte del mondo venatorio, di quello zootecnico e sanitario deriva dalla recente evidenza di casi di Peste Suina Africana,(PSA), fino ad oggi confinati nelle regioni di Piemonte, Liguria e Lazio. Il timore di vedere diffuso, tramite il cinghiale, questo resistentissimo ed insidioso virus nel resto del Paese, deve richiamare l’attenzione di tutte le autorità preposte alla prevenzione e alla sorveglianza, poiché un’eventuale epidemia determinerebbe la totale distruzione della popolazione suinicola, con conseguenti e durature ripercussioni in termini di danni ingenti alla filiera delle carni e dei salumi essendo tale malattia non curabile, né controllabile da alcun tipo di vaccino.
A tal fine, la Regione Calabria si è dotata di un Piano Regionale di Interventi Urgenti (PRIU) per la prevenzione della peste suina, firmato dal Presidente Occhiuto nella qualità di Commissario ad acta per la Sanità, in cui una parte importante è riservata agli interventi di abbattimento dei cinghiali, dove vengono forniti ai cacciatori , indirizzi sulle tecniche d’intervento e sull’utilizzo di particolari attrezzature. Non tutti i cacciatori però possono operare a stagione venatoria chiusa al 31 gennaio scorso, ma solo quelli che hanno frequentato con profitto il corso…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2023-02-14 07:23:34