Il vaccino anti-Covid si conferma un importante scudo contro i peggiori esiti in tutte le fasce di età, ma anche le infezioni pregresse influiscono. Il rischio di malattia grave per la popolazione con età maggiore di 12 anni e senza una diagnosi pregressa di infezione da Sars-CoV-2 è approssimativamente 7 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati. Lo indica l’Istituto superiore di sanità nel report esteso su Covid-19, che da questa settimana non valuterà solo l’impatto della vaccinazione, ma anche quello dell’infezione pregressa e sarà aggiornato su base mensile.
Il rischio di infezione Covid e di malattia grave è influenzato, dunque, sia dallo stato vaccinale che dalle infezioni pregresse. Il rischio assoluto di infezione e di malattia grave è maggiore nelle persone non vaccinate e che non hanno mai avuto una pregressa diagnosi. In generale si osserva che le persone con immunità ibrida (ovvero con infezione pregressa e vaccinazione), sono a minor rischio di infezione da Sars-CoV-2 e di incorrere in una forma grave di Covid-19. E che, a parità di fascia di età e di condizione di pregressa infezione, in tutte le classi di età maggiore di 12 anni si osserva una tendenza alla riduzione del rischio di malattia grave associato alla vaccinazione.
Fonte www.adnkronos.com 2023-01-27 17:45:18