«Scrissi pubblicamente della mia totale estraneità ai fatti contestati, a testa alta, il giorno stesso in cui appresi della mia iscrizione nel registro degli indagati del caso brogli elettorali. La ferma convinzione di aver operato nella legalità, nella trasparenza e nel rispetto delle regole era troppo forte per non dire nulla. Oggi, il giorno in cui apprendo dell’archiviazione del filone d’inchiesta che mi ha visto coinvolto, sono ancor più orgoglioso di essermi totalmente affidato al naturale corso delle indagini, fiducioso che la magistratura avrebbe presto fatto chiarezza». Così Giuseppe Eraclini, già consigliere comunale e provinciale e presidente della VI circoscrizione, appreso dell’archiviazione della sua posizione – insieme ad altre 20 – nel troncone secondario, con un quadro d’accusa più leggero, sui presunti brogli alle elezioni amministrative del 2020, quando nella corsa per conquistare uno scranno a Palazzo San Giorgio si sarebbero recati a votare decine di elettori fantasma tra persone defunte e gente addirittura impossibilitata ad uscire da casa perché allettata, anziana, ammalata. Mentre si sta già celebrando l’udienza preliminare a carico del consigliere comunale Antonino Castorina, l’ex capogruppo del Partito democratici, che secondo gli inquirenti sarebbe stato la mente del progetto illecito, e che vede sotto accusa, con ruoli diversi e meno gravosi, anche una trentina tra presidenti di seggio e scrutatori, per altri 21 gip ha disposto l’archiviazione del procedimento.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2023-01-25 02:32:35