Continua a rimanere una bomba ambientale nonostante i progetti di riqualificazione avviati e mai ultimati. L’area della Polveriera è una ferita aperta. Nel 2018 quanto l’ambizioso progetto di riqualificazione mosse i suoi primi passi, sembrava che le speranze dei tanti residenti iniziassero a prendere forma e invece l’area è ostaggio di un risanamento mancato, di ordinanze di sgomberi adottate e mai eseguite. E nelle more di questi ritardi dei 5 milioni del progetto già tre quelli finanziati dalla Regione sono andati perduti, per via dei ritardi e dei mancati adempimenti quelle risorse sono state destinate altrove, in altre realtà della Calabria più solerti.
L’operazione era partita bene, il Demanio aveva provveduto ad una prima bonifica dell’area, è arrivata una squadra speciale dell’esercito da Palermo per liberare il territorio di rifiuti speciali. Sono venute giù le prime baracche e i manufatti che nel corso dei decenni la comunità Rom aveva edificato, laterizi e cemento con coperture di lamiere. Alcuni nuclei familiari erano stati dislocati altrove, grazie all’accordo sottoscritto allora tra il Comune, la Prefettura, l’Agenzia dei beni confiscati ed il Tribunale. Insieme per la realizzazione di un progetto sociale capace di dare soluzione alle problematiche abitative esistenti nell’area dell’ex polveriera. Diverse dei 35 nuclei familiari presenti hanno trovato una nuova e dignitosa casa. Erano state installate anche delle videocamere e l’area era ben illuminata. Il Demanio ha affidato al Comune la parte dell’area in cui insistono ancora dei manufatti ed ha lasciato campo libero. Ma poi le operazioni si sono fermate.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2023-01-20 02:32:54