Sarebbe già stato arrestato il presunto killer di Massimo Lo Prete alias “mangiapanini”, 50 anni, freddato nella tarda serata di venerdì all’interno del distributore di carburanti “Q8” lungo la via Nazionale 18, in una zona densamente abitata e trafficata e, soprattutto, coperta da dispositivi di videosorveglianza. «In relazione all’omicidio di Massimo Lo Prete, avvenuto ieri a Gioia Tauro – si legge in una nota diffusa in tarda serata – i carabinieri hanno fermato un uomo. Gli elementi raccolti dall’Arma sono stati messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che assumerà le proprie determinazioni nelle prossime ore».
Che fosse una calma apparente quella percepita da qualche tempo nel capoluogo pianigiano era pensiero diffuso tanto che lo stesso sindaco Alessio, in occasione di episodi criminosi di minore entità, aveva invitato a non sottovalutarne l’eventuale recrudescenza, ma è lecito ipotizzare che per violare una pace che a Gioia Tauro durava dal 2013 in modo così spregiudicato sia dovuto accadere o stia accadendo qualcosa di grave negli ambienti della malavita organizzata.
L’uomo, sposato e padre di due minorenni, in passato aveva gestito un’attività di autonoleggio in città ma poi era stato arrestato per reati legati al traffico di stupefacenti ed era tornato da poco in libertà dividendosi tra Gioia e la Capitale, che pare frequentasse spesso. Lo Prete viene indicato dagli inquirenti come personaggio vicino alla ’ndrina dei Molè, per delle frequentazioni che sono messe nero su bianco anche nella relazione di accesso eseguita dalla Prefettura di Reggio Calabria nel 2008 che portò allo scioglimento del Comune.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2023-01-15 04:00:04