Un altro anno che se ne va, un altro anno anche in provincia di Reggio Calabria contrassegnato da molteplici fatti di cronaca, ma non solo. L’ombra sempre più forte della ‘ndrangheta, sempre più permeata nel fragile tessuto socio-economico calabrese, i controlli a tappeto sul territorio che portano alla luce nefandezze di ogni tipo. Ma poi ci sono anche le storie belle, quelle legate ad un territorio estremamente ricco di bellezze naturali, le storie che portano al riscatto di un popolo che sente di potersi liberare dalla cappa che lo opprime. Storie di sport, arte, cultura e tanto altro messe in rassegna, oltre ai fatti di cronaca, in questo 2022 agli sgoccioli.
GENNAIO
A Gambarie si torna a sciare
A Gambarie si torna a sciare dall’11 gennaio. Una novità assolutamente positiva che era stata annunciata dal sindaco di Santo Stefano in Aspromonte il 24 dicembre del precedente anno. Del resto, già prima di Natale erano stati effettuati i necessari lavori preliminari di sistemazione delle piste (spietramento, pulitura del terreno, taglio degli arbusti, messa in posa dei paracolpi, messa in sicurezza delle piste). Anche la società che gestisce gli impianti, nonostante le perdite economiche subite in due stagioni di fermo assoluto e non ristorate dal Governo, ha mantenuto l’impegno di aprire gli impianti appena possibile. Gli interventi della scorsa settimana hanno permesso di superare i problemi tecnici: sulla sciovia Mareneve sono stati effettuati tutti i lavori ed esami tecnici e acquisito il conseguente parere favorevole dell’Ufficio Trasporti ad impianti fissi del ministero dei Trasporti sede di Bari. Sulla Martino è stato sostituito l’apparato elettromeccanico che converte la posizione angolare del suo asse rotante in un segnale elettrico digitale; sulla Telese è stata sostituita la scheda necessaria per consentire l’inversione di marcia della seggiovia.
La riapertura delle piste e degli impianti a Gambarie rappresenta un punto di svolta per tutto il comprensorio duramente colpito dall’emergenza Coronavirus.
Il cimitero di Reggio è pieno. Bare “parcheggiate” in chiesa
Al cimitero di Condera a Reggio non c’è spazio per dare una degna sepoltura ai morti. Il 10 gennaio le immagini che arrivano dal principale e più grande camposanto in città sono chiare: le bare quindi vengono accatastate nella chiesetta. Ma non basta tanto che anche il ministero dell’Interno ha dovuto allestire una tenda per “parcheggiare” le bare. Una situazione caotica che era stata già denunciata e che si è aggravata mentre dal comune mai nulla è stato reso pubblico su questa vicenda. Il giorno successivo la vicenda si arricchisce di un nuovo particolare: la situazione è stata già posta sotto i fari della Procura. Le estumulazioni dei defunti disposte dal Comune per liberare spazi all’interno del cimitero avevano comportato l’eliminazione di materiale di ogni tipo e per questo motivo, alla luce delle norme di polizia mortuaria, la Procura vuole capire se le procedure seguite siano state regolari. Per il momento non c’è nessuno iscritto nel registro degli indagati ma comunque sono in corso analisi sul materiale che dovrebbe poi essere eliminato e smaltito. Su questo aspetto l’assessore comunale ai lavori pubblici , Rocco Albanese, che da sempre ha seguito l’attività relativa ai cimiteri, garantisce che a giorni si dovrebbe sbloccare il tutto con l’avvio delle analisi sul materiale in questione.
La situazione si sblocca una prima volta il successivo 29 gennaio quando le prime dodici salme che erano in attesa di essere sepolte al cimitero di Condera hanno avuto finalmente una degna collocazione. Anche se temporanea adesso non sono “parcheggiate” nella chiesetta del monumentale cittadino. Il Comune è riuscito a sbloccare una partita complicata per trovare spazi all’interno del camposanto sfruttando la prima parte dei nuovi loculi (alcuni sono ancora inutilizzabili) realizzati a causa della saturazione degli spazi.
Gli altri avvenimenti
10 gennaio. Il Consiglio camerale decide che di tempo se n’era già perso abbastanza e allora è bastato solo un lungo applauso per rimettere Ninni Tramontana al suo posto: al vertice della Camera di commercio. Posto da cui l’aveva defenestrato una decisione del Tar Lazio, che aveva accolto un ricorso presentato dal sindacato delle banche. Nonostante ci sia ancora pendente un ricorso davanti al Consiglio di Stato, la Camera di commercio ha rotto gli indugi e ha rifatto le elezioni per eleggere il (nuovo-vecchio) presidente. Il caso si è chiuso con la scontata rielezione di Ninni Tramontana.
19 gennaio. È ancora il Covid-19 a spaventare la città ma sono anche le polemiche per i provvedimenti del Comune adottati al fine di contenere il contagio a dilagare. Il Tar blocca il Comune e riapre le scuole con lo stop alla didattica a distanza. Accolto il ricorso di un gruppo di genitori contro l’ordinanza del sindaco che aveva disposto la didattica a distanza fino a sabato: non ci sono i presupposti per tenere chiuse le scuole.
23 gennaio. La dea bendata bacia Gioia Tauro. Un milione di euro viene vinto da un fortunato scommettitore. La giocata vincente al “Millionday” in un bar di via Tripodi. È una delle più alte realizzate in Calabria.
24 gennaio. Tegola finanziaria sul Comune di Locri. Il giudice del Tribunale di Catanzaro, seconda sezione civile, ha dichiarato la Regione Calabria creditrice del Comune di Locri e, per l’effetto, condanna questo ultimo al pagamento della somma di 10.356.290,15 euro oltre interessi. La sentenza pronunciata dal tribunale catanzarese è stata notificata all’ente locale a fine novembre ma se n’è avuta notizia solo il 24 gennaio. Il Comune di Locri, con causa civile iscritta nel 2016, aveva trascinato in giudizio la Regione Calabria, al fine di accertare, riconoscere e dichiarare la prescrizione del debito della somma imputata all’ente nell’allegato di cui al Decreto del dirigente di settore regionale del 30 dicembre 2015 e richiesta dalla Regione al Comune per la fornitura di acqua idropotabile relativa agli anni che vanno dal 1981 al 2004.
28 gennaio. Importante svolta per la tendopoli di San Ferdinando. Il prefetto Mariani dichiara che «la tendopoli verrà smantellata». All’annuncio del Prefetto di Reggio Calabria fa eco il presidente della Regione Roberto Occhiuto che dichiara di voler attivare un tavolo con i Comuni interessati.
FEBBRAIO
Sanità, la svolta coi fondi del Pnrr
16 febbraio. È il mese delle importanti rivoluzioni,, almeno sulla carta, per la sanità. Viene reso noto il programma si chiama “Ospedale Sicuro” e punta su 78 milioni di euro del Pnrr per tredici interventi di adeguamento e miglioramento sismico negli ospedali calabresi. A vararlo è la Regione, che prevede realizzazione e collaudo entro fine 2026; il relativo decreto, con due allegati, è stato firmato dal governatore-commissario Roberto Occhiuto, che dà così il via libera alla rimodulazione definitiva del piano, dal quale è stato estrapolato l’intervento sull’ospedale di Locri già finanziato (19 milioni) con altri canali così come quello per il presidio di Melito (9 mln). Al Gom di Reggio vanno oltre 3 milioni di euro, mentre procede con il freno a mano tirato il progetto per dare all’ospedale una nuova sede. Oltre a piccoli passi avanti, e tanti annunci, ben poco è stato fatto. L’Inail ha reso noto lo stanziamento dei fondi necessari nell’ormai lontano 2018; evidentemente non aveva fatto i conti con la burocrazia, soprattutto sull’asse Reggio-Catanzaro.
23 febbraio. Pochi giorni dopo l’Azienda Sanitaria provinciale ufficializza il Sedici Case di comunità, quattro Ospedali di comunità e sei Centrali operative territoriali da realizzare con i fondi del Pnrr: l’Asp definisce la mappa degli interventi e, con delibera del commissario Gianluigi Scaffidi, conferma «l’inderogabile impegno» a provvedere, entro fine mese, alla trasmissione tramite piattaforma Agenas delle schede tecniche. Parte dunque l’iter per una serie di opere spalmate su tutta la città metropolitana sulla base di criteri definiti con la Regione. Nel dettaglio, le Case di comunità sorgeranno a: Monasterace (immobile comunale), Gioiosa Ionica (ex Saub), Locri (struttura Asp), Bovalino (Ospizio di mendicità), Rsarno (poliambulatorio), Taurianova (Casa della salute), Sant’Eufemia (centro di riabilitazione), Palmi (Casa della salute), Cinquefrondi (immobile comunale), Roghudi (ex scuola comunale), Montebello Ionico (ex struttura semiresidenziale per disabili), Villa San Giovanni (poliambulatorio), Bagnara Calabra (poliambulatorio), Reggio Calabria (ex Enpas), Reggio Calabria (poliambulatorio ex Inam), Sant’Alessio in Aspromonte (ex scuola comunale). I quattro Ospedali di comunità sono invece localizzati a: Gerace (ex ospedale), Cittanova (poliambulatorio), Oppido Mamertina (Casa della salute), Bova Marina (ex Seminario vescovile). Infine le Centrali operative territoriali a: Locri (Saub), Palizzi (struttura sanitaria), Reggio (poliambulatorio ex Inam), Bagnara (poliambulatorio), Cardeto (Palazzo municipale), Taurianova (Casa della salute).
26 febbraio. E in tema di sanità arriva anche una importante decisione del Tar che interessa il debito mostruoso dell’Azienda Sanitaria provinciale. Dopo un anno i giudici amministrativi fanno ripartire tutte le procedure. I creditori dell’Asp non possono essere ulteriormente penalizzati: così il Tar ha disapplicato una norma del “Milleproroghe” che bloccava i pignoramenti. Da quel momento sono ripartite centinaia di procedure per il recupero dei crediti che erano stati a lungo congelati dopo lo scoppio della pandemia.
Una giustizia sempre più digitale
18 febbraio. Svolta verso il futuro per la giustizia reggina. Viene siglata, a Palazzo Campanella, una convenzione tra Regione Calabria e Procura della Repubblica di Reggio che dà il via al progetto per la digitalizzazione degli uffici giudiziari reggini. Una convenzione che è mirata a favorire la dematerializzazione (alleggerendo, dunque, gli archivi giudiziari da migliaia di fascicoli) e quindi la digitalizzazione. La Regione ha stanziato circa 500 mila euro per la creazione di un database informatico per una più facile e veloce consultazione degli atti relativi ai procedimenti antimafia tanto per i professionisti del settore quanto per gli studiosi e i cittadini che ne faranno richiesta.
«Una piccola cosa che aiuta a rendere più efficiente l’amministrazione della giustizia – afferma il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. È certo che il livello di civiltà di una regione si misura anche dalla qualità dell’amministrazione della giustizia. In un luogo come la Calabria che deve combattere le infiltrazioni mafiose, intervenire al fianco della magistratura, dei tribunali, di chi si deve occupare di reprimere i fenomeni, è sicuramente un dovere civico». Soddisfatto il procuratore Giovanni Bombardieri: «Ogni iniziativa volta alla digitalizzazione è importante, questo progetto lo è ancora di più perché riguarda gli atti dei procedimenti penali della storia della Dda reggina, tutti i processi sulla ’ndrangheta e che si riferiscono al periodo della guerra di mafia». Un primo passo verso una procura del futuro per tutto il territorio.
Gli altri avvenimenti
5 febbraio. Tragedia a Cinquefrondi. Un disabile muore nell’incendio di casa. La famiglia era convinta che tutti avessero ormai lasciato l’abitazione. Vani i tentativi di tornare indietro. Indagini in corso, disposta l’autopsia.
11 febbraio. La procura dissequestra il cimitero di Condera a Reggio, una porzione del quale era finita sotto chiave per una presunta irregolare gestione di rifiuti speciali.
17 febbraio. Nel “cuore” dell’Aspromonte, tra Caraffa del Bianco e Bruzzano Zeffirio, i carabinieri il 17 febbraio rinvengono, ben nascosti tra le rocce, due lanciarazzi anticarro con relativo munizionamento. Accurati accertamenti tecnici sono in corso per risalire ai “gestori” delle micidiali armi da guerra. Di certo si tratta di uno degli arsenali delle ’ndrine, pronto ad essere utilizzato in ogni momento.
25 febbraio. Rigettato il ricorso del sindaco Falcomatà. Il Tribunale conferma la sua sospensione. Il suo ricorso contro l’applicazione della legge Severino che lo ha congelato dalla carica dopo la sentenza sulla vicenda relativa all’affidamento del grande albergo Miramare di proprietà del Comune.
MARZO
Inceneritore di Gioia Tauro. Si sblocca il raddoppio
31 marzo. La Regione il 31 marzo lancia l’avviso per riprendere i lavori di riqualificazione della linea attiva e di completamento di quella mai finita dell’inceneritore di Gioia Tauro. Nello specifico parte un’indagine esplorativa finalizzata ad acquisire manifestazioni di interesse da parte di operatori economici interessati ad assumere il ruolo di promotori nell’ambito dell’operazione di finanza di progetto. La motivazione di questa scelta è basata sulla circostanza che «in Calabria la gestione dei rifiuti urbani è fortemente condizionata e dipendente dallo smaltimento in discarica; in discarica vengono conferiti i rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti urbani per cui la chiusura del ciclo di gestione dipende dalla disponibilità di volumi di abbanco, registrando una grave criticità dovuta alla carenza strutturale di discariche pubbliche e private sul territorio regionale nonché determinando un aggravio dei costi per i cittadini calabresi per il necessario ricorso a discariche o a impianti di incenerimento extra-regionali». La Regione, quindi, intende «dotarsi di un mix impiantistico in grado di assicurare il recupero e il riciclaggio di materia dalle frazioni merceologiche che compongono i rifiuti urbani e, a valle, chiudere il ciclo attraverso il recupero energetico dai rifiuti secondari (derivanti dal trattamento delle frazioni merceologiche del rifiuto urbano) nell’impianto di termovalorizzazione di Gioia Tauro, di proprietà della Regione Calabria, suscettibile di adeguamento e completamento. Il termovalorizzatore di Gioia Tauro può contribuire in modo decisivo alla gestione sostenibile dei rifiuti secondari ma, allo stato, è necessario adeguare le linee esistenti alle migliori tecnologie disponibili sul mercato e completare la realizzazione del polo impiantistico, con il ricorso a tecnologie che contribuiscano all’obiettivo di decarbonizzazione al 2050». Intanto il 18 marzo la Commissione Tributaria riduce la tassa per i rifiuti a Reggio a causa del servizio di raccolta “zoppicante”.
Sentiero del Brigante “tutelato” dal Ministero
3 marzo. Il Segretariato regionale del MiC avvia «il procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico degli immobili e delle aree del Sentiero del Brigante», sottolineando come si tratti del «più vasto provvedimento di tutela paesaggistico in Calabria e il primo sentiero tutelato come percorso tra storia, cultura e paesaggio dal Ministero della Cultura». Che infatti, già nel 2018 è stato inserito dal Mibact nell’Atlante dei Cammini d’Italia. Sentiero che è stato individuato e tracciato dal Gruppo escursionisti d’Aspromonte (Gea) alla fine degli anni Ottanta. Il Sentiero del Brigante si estende lungo 140 km, dall’Aspromonte alle Serre, attraversa 2 Province, incrocia 33 Comuni e 5 centri storici anch’essi tutelati dal punto di vista paesaggistico: Fabrizia, Mongiana, Bivongi, Serra San Bruno e Santo Stefano in Aspromonte. Il provvedimento «oltre a tutelare gli aspetti naturalistici, protegge anche centri storici attraverso regole qualitative condivise per la gestione delle trasformazioni in atto e future». Il Sentiero del Brigante è un percorso culturale che passo dopo passo diventa esperienza di conoscenza dei luoghi e di protezione dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni, diventa promozione delle risorse del territorio e sistema turistico alternativo e integrato. Si caratterizza infatti per il suo grande interesse naturalistico grazie alla presenza di foreste, torrenti, ruscelli, cascate, paesaggi alpestri e mediterranei, insediamenti rurali, dimore nobiliari, centri abitati, emergenze architettoniche, siti di archeologia industriale. Dotato di segnavia di colore rosso-bianco-rosso nelle due direzioni di marcia, identificato dalla sigla SB, attraversa il Parco nazionale dell’Aspromonte e il Parco regionale delle Serre. Da Gambarie a Carmelia, si articola in varie tappe quali Zervò, Trepitò, Passo del Mercante, Passo della Limina, Mongiana, Bivongi, fino a Stilo, con strutture d’accoglienza lungo il cammino o nelle sue immediate vicinanze e può essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo ed è indicato in alcuni tratti per le attività didattiche. Dall’inizio alla fine il sentiero incontra numerosi siti di grande interesse, antiche dimore nobiliari, strutture fortificate, resti archeologici, boschi ricchi di biodiversità, viste emozionanti, villaggi caratteristici e diventa così accoglienza del popolo dei viaggiatori. Si tratta del primo passaggio per garantire la tutela culturale del Sentiero del Brigante.
Gli altri avvenimenti
13 marzo. Il Pronto Soccorso di Locri viene tenuto in scacco per alcune ore da sei giovinastri, nel cuore della notte, nonostante l’arrivo delle forze dell’ordine. È accaduto durante il turno notturno, il 13 marzo con tanta paura per il medico e i tre infermieri in servizio, mentre è stata malmenata la guardia giurata che cercava di regolamentarne l’ingresso.
23 marzo. Caulonia è stanca dei continui episodi di violenza. Escalation di furti con le istituzioni provano a fare quadrato. Il sindaco lancia «il dialogo con le forze dell’ordine».
28 marzo. La politica di Villa San Giovanni esce da “Cenide”: archiviazione, a firma del Gip Valerio Trovato, perché «gli accertamenti esperiti non hanno fornito sufficiente prova delle ipotizzate condotte delittuose», per Maria Grazia Richichi, Nino Giustra, Massimo Morgante e Lina Vilardi. Sono le loro le posizioni “eccellenti” saltate all’occhio nel luglio 2020 quando agli atti del processo alla politica villese, all’Ufficio tecnico comunale e alle società private di navigazione derivato dall’operazione “Cenide” del 17 dicembre 2019, confluirono le iscrizioni nel registro degli indagati per l’allora sindaco facente funzioni Maria Grazia Richichi, l’allora presidente del consiglio comunale di Villa San Giovanni Nino Giustra, l’allora assessore alla viabilità Massimo Morgante e la consigliera di minoranza (PD) Lina Vilardi.
APRILE
Concorsi pilotati, Università nella bufera
21 aprile. Concorsi col trucco nell’università “Mediterranea”. È quanto emerge il 21 aprile dall’operazione “Magnifica”, condotta dalla Guardia di Finanza su direttiva della Procura reggina, che ha portato all’interdizione per dieci mesi del rettore dell’ateneo, Santo Marcello Zimbone, e per 12 mesi del prorettore vicario Pasquale Catanoso, ex rettore. Analoghi provvedimenti riguardano i docenti Ottavio Salvatore Amaro (6 mesi); Adolfo Santini (4); Massimiliano Ferrara (4) e Antonino Mazza Laboccetta (3), e due funzionari dell’Area tecnico-scientifica, Alessandro Taverriti e Rosario Russo (entrambi due mesi). Gli indagati sono in tutto 52. Il quadro che esce fuori nell’Ateneo reggino è opaco e per il giudice delle indagini preliminari Vincenzo Quaranta che ha emesso le misure, quello che emerge è un «quadro disarmante». Tra i reati contestati agli 8 indagati raggiunti dall’interdittiva, per i quali la Procura aveva chiesto i domiciliari, non concessi dal giudice, ci sono associazione per delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Le indagini sono scaturite da un esposto presentato da una candidata a un concorso per ricercatore, risultata non vincitrice: l’architetta messinese Clara Stella Vicari Aversa sarebbe stata anche invitata ad «aspettare il proprio turno» per avere accesso a future opportunità e a rinunciare all’azione giudiziaria.
Azzerata la governance dell’ateneo il ministero è intervenuto dopo pochi giorni per rendere operativa la guida dell’ente con la nomina di un facente funzioni anche all’Università. Con rettore e prorettore sospesi dal gup nell’ambito dell’inchiesta “Magnifica” sui concorsi pilotati, arriva l’attesa direttiva del Ministero dell’Università e della Ricerca: la nota n. 6072 sancisce che «a norma di legge le funzioni del rettore dell’Università, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione nonché a quelli indifferibili e urgenti, potranno essere pro tempore esercitate dal decano». Si tratta, nello specifico, del prof. Feliciantonio Costabile, ordinario di Diritto romano e Diritti dell’antichità, 70 anni, «che – fa sapere sapere il direttore generale della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti – ha accettato di esercitare le funzioni di rettore». Si sbroglia così un’intricata matassa che, in condizioni di vacatio ai vertici dell’Ateneo, metteva a rischio una serie di incombenze legate anche all’attività didattica e all’attivazione dei corsi di laurea.
Alival chiude, 79 lavoratori a rischio
27 aprile. Viene a galla un altro allarme sociale in città. Sono a rischio oltre 80 posti di lavoro che operano all’interno della “Alival” società controllata dalla “Lactalis” a San Gregorio. “Lactalis” è una multinazionale agroalimentare francese che opera nel settore dell’industria lattiero-casearia, con sede a Laval, nella Mayenne e di proprietà della famiglia Besnier. L’azienda ha annunciato la chiusura nel primo trimestre del prossimo anno degli stabilimenti di Pistoia (dove ieri hanno protestato) e Reggio. In tutto sono 150 i lavoratori a rischio di cui 80 in città. Sarebbe una vera ecatombe per il già debole mercato occupazionale cittadino. Il duro piano di ridimensionamento aziendale è finito sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico ma anche a livello locale adesso si sta muovendo il fronte sociale.
I lavoratori temono per il loro futuro e le organizzazioni sindacali di settore hanno già proceduto a chiedere lumi confrontandosi con le strutture nazionali. Romolo Piscioneri della Fai Cisl, che parla a nome anche di Nino Merlino della Uila-Uil e Nicola Rodi della Flai Cgil, esprime perplessità su questa operazione che arriva all’improvviso e che va a incidere sul tessuto occupazionale della città e annuncia azioni anche in riva allo Stretto. Per la giornata di oggi è previsto un incontro con il sindaco facente funzioni e successivamente verrà interessata la Prefettura per portare le istanze dei lavoratori reggini sul tavolo del governo. Una vertenza che ala fine dell’anno ancora non è stata risolta.
Operazione “Deep 1” a tutela dell’ambiente
29 aprile. Scatta l’operazione Operazione “Deep 1” dei Carabinieri della Legione Calabria e del Nucleo Forestale a tutela dell’ambiente. Tre i depuratori sequestrati nella Locride; sotto chiave tra il capoluogo, la Piana e la Jonica 29 attività produttive inquinanti tra cui 4 cementifici e 14 autolavaggi. Finiscono sotto chiave gli impianti nei comuni di Ardore, Stignano e Bivongi – sigilli ad una stazione di sollevamento delle acque reflue – a Campo Calabro – e al canale collettore del Comune di Sant’Agata del Bianco; sotto chiave 29 attività produttive inquinanti tra cui 4 cementifici, 14 autolavaggi, 2 autofficine, 2 lavanderie industriali e 4 imprese agricole. Una vasta indagine che interessa tutto il territorio reggino.
Gli altri avvenimenti
5 aprile. Calanna, ucciso agricoltore 62enne. Il corpo senza vita di Bruno Provenzano viene ritrovato in campagna, a poca distanza dalla sua residenza. Era alla guida del suo furgone.
11 aprile. Taurianova, ucciso dalla moglie e dal suo amante, scattano tre fermi tra Taurianova e Rosarno. Le indagini sulla scomparsa di Agostino Ascone portano all’ex marito di “Cetta” Cacciola. I carabinieri hanno subito rilevato contraddizioni nel racconto di Ilaria Sturiale. Decisive sono risultate le intercettazioni.
15 aprile. Appello “Mandamento Ionico”, il 15 aprile arrivano ventinove condanne e 4 assoluzioni. Questo il responso della sentenza d’appello del maxiprocesso “Mandamento Ionico” agli uomini dei clan della Locride. Tra gli assolti c’è il penalista Giuseppe “Pino” Mammoliti, del foro di Locri, ex consigliere comunale.
20 aprile. A San Lorenzo 13 persone vengono rinviate a giudizio il 20 aprile per maltrattamenti nel canile.
22 aprile. Inquietante episodio a 22 San Giorgio Morgeto. Il 22 aprile viene bruciata l’auto della Polizia municipale. Il mezzo, l’unico a disposizione del Corpo, era nel parcheggio del Comune.
MAGGIO
Anziani raggirati e truffati. Smantellata una gang
21 maggio. Almeno una quindicina gli anziani della Locride che hanno subito il fascino di donne rumene abili a manipolarli a tal punto da svuotargli i conti correnti dai risparmi di una vita. La gang viene smantellata dalla retata internazionale “Transilvania” condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, in sinergia con l’Europol e la Procura di Locri: sedici le persone colpite da misura cautelare, di cui dieci in carcere e sei ai domiciliari; 59 in totale gli indagati. Il blitz è scattato in Italia, Romania, Olanda e Germania. Ricostruito un giro di affari di oltre 1 milione di euro, rintracciati dai versamenti via “money transfer” che partivano dalla Locride e finivano in Romania.
Le menti del disegno criminale due coniugi originari della Transilavania. Gente senza scrupoli, affamata di denaro. Verso di loro è confluito il fiume di denaro strappato agli anziani della Locride. L’indagine è partita dalla denuncia di un anziano di San Luca che disperato si è presentato alla stazione dei Carabinieri denunciando ciò che aveva subito. E raccontando come due donne erano state arrestate perché avevano rapinato l’abitazione di un settantasettenne precedentemente circuito, non prima di avergli somministrato una dose quasi letale di Valium, causando nei giorni successivi all’evento, ben due infarti. Tra le vittime anche mariti caduti nel tranello delle avvenenti rumene: costretti a pagare centinaia di euro per restare in silenzio.
Via libera all’estradizione del “Re della coca” Rocco Morabito
26 maggio. Rocco Morabito oggi detenuto in Brasile verrà estradato. L’ufficialità. dell’estradizione per “Tamunga” arriva il 26 maggio e adesso sconterà la pena in Italia. La Corte suprema del Brasile conferma l’estradizione per Rocco Morabito, di Africo, detto “Tamunga”, supernarcos della ’ndrangheta. “Re della coca” a Milano negli Anni 90, fu arrestato in Sud America ma riuscì ad evadere dal carcere in Uruguay, prima di essere ripreso in Brasile.
Jovanotti ammaliato dalla Calabria
Nel mese di maggio Jovanotti sbarca in Calabria e viene letteralmente ammaliato dalla nostra terra. Alloggia a Chianalea e inizia ad immortalare le bellezze paesaggistiche calabresi con numerose stories su Instagram. Jova è in Calabria per girare il video di “Alla Salute”, il nuovo singolo primaverile lanciato proprio tra Scilla e Gerace. Tutti pazzi per Jovanotti letteralmente estasiato nei giorni trascorsi qui.
Ripresa post-Covid: dal Comune di Reggio 3,6 milioni alle imprese
30 maggio. La ripresa post coronavirus. Il Comune presenta l’iniziativa con il bando sull’economia circolare da 3,6 milioni di euro. A giudizio dell’assessore comunale alle attività produttive Angela Martino si tratta di «una grande opportunità per le imprese ma, in generale, per l’intera città che può consolidare la trasformazione “green” del proprio tessuto socio-economico avviato dall’amministrazione Falcomatà sin dal suo primo insediamento».
«Si tratta – ha spiegato – di un percorso tracciato dall’Unione europea che il Comune ha inteso accogliere. Le spese dovranno essere effettuate entro il 31 dicembre 2023 e, dati i tempi strettissimi, l’amministrazione comunale darà ampio sostegno alle Pmi che vorranno cimentarsi in questo percorso di innovazione produttiva affinché ci possa essere un risvolto positivo anche in chiave occupazionale». Gli interventi dovranno riguardare l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e di sistemi per il risparmio energetico, l’adozione di innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti. Le aziende che intenderanno partecipare al bando potranno contare su un sostegno minimo di 15 mila euro fino ad un massimo di 100 mila, ovvero una copertura a fondo perduto del 60% delle spese ammissibili.
Gli altri avvenimenti
10 maggio. Scatta un doppio colpo delle Procure reggina e capitolina contro capi e fiancheggiatori della cosca Alvaro di Sinopoli: 77 arresti. Nella imponente operazione viene contestato il reato di scambio elettorale-mafioso e finisce ai domiciliari il sindaco di Cosoleto, Antonino Gioffré. Secondo la procura il sindaco di Cosoleto, Antonino Gioffré, eletto, grazie ai voti della cosca che, nel frattempo, si era insediata anche nel suo comune. Gli Alvaro nella Capitale non avevano trasferito solo linguaggi, doti e riti tipici della criminalità calabrese, ma soprattutto la forza intimidatrice della ’ndrina di origine. È così che la “locale” di Roma è riuscita a mettere le mani su svariate attività commerciali nei settori ittico, della panificazione, della pasticceria, del ritiro delle pelli e degli olii esausti, riciclando anche montagne di denaro sporco. La sezione locale della ’ndrangheta si avvaleva di manodopera autoctona per l’attività di riscossione dei crediti. La scalata della filiale criminale inizia, secondo gli investigatori del centro operativo della Dia di Roma, da cui è partita l’indagine proseguita, sul versante calabrese, dai loro colleghi di Reggio, nel 2015, quando «la Provincia» ha dato il via libera all’operazione. Il terremoto giudiziario si ripercuote ovviamente sulla gestione del piccolo comune collinare della Piana di Gioia Tauro che poi verrà sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata con la nomina di una commissione straordinaria. A fine dicembre la Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare.
20 maggio. Maggio è un altro mese di sangue sulle strade reggine. Si verifica un’altra tragedia nei pressi di Melicucco. Un 57enne di Cittanova muore in un frontale sulla Jonio-Tirreno. Luciano Tripodi, imbianchino e padre di tre figli, è morto in un tremendo scontro frontale sulla Ss 682 Jonio-Tirreno. Ferito seriamente un collega, contusi i passeggeri dell’altra auto.
21 maggio. Si verifica l’ennesima tragedia sulla “strada della morte”: un’auto si ribalta sulla Statale 106 e una 53enne perde la vita a Bocale. La vittima è la 53enne Giuseppa Iamundo, la cui auto ha finito la corsa in una stazione di servizio. È l’ennesima tragedia sulla “106”. L’associazione “Basta Vittime”: «Solidarietà e vicinanza alla famiglia». Un altro evento tragico su quella strada.
23 maggio. Nuovo blitz dei Carabinieri contro capi e gregari del clan Facchineri a Cittanova, 5 arresti. Decisiva la denuncia di un imprenditore e ristoratore di San Giorgio Morgeto: la cosca gli imponeva acquisti anche nei mesi del Covid.
GIUGNO
La carica dei 20 nuovi sindaci del Reggino
13 giugno. Giugno è stato il mese delle elezioni amministrative. Interessati molti centri del Reggino. La sera del 13 giugno tutti e venti i Comuni del Reggino coinvolti nella tornata elettorale hanno un sindaco, compreso Palmi dove non c’è stato il ballottaggio: è stato l’exploit di Giuseppe Ranuccio, confermato primo cittadino, è il dato più significato delle amministrative perché il giovane primo cittadino ha travolto il centrodestra che era sicuro di avere la vittoria in tasca. Vittoria netta anche per Giusy Caminiti a Villa San Giovanni, che brinda grazie al 57,62% dei voti con la sua lista civica e si prende la guida della “sua” Villa. Ribaltone a Bagnara dove Adone Pistolesi, consigliere di minoranza negli ultimi cinque anni, ha superato il vicesindaco uscente Mario Romeo. Campo Calabro ha scelto la continuità con Sandro Repaci, mentre San Ferdinando ha bocciato l’uscente Andrea Tripodi spodestato da Luca Gaetano e superato anche da Maria Carmela Digiacco. A Calanna nessun ostacolo per Domenico Romeo, a Laganadi en plein (100% di preferenze) per Domenico Creaco, plebiscito per Orlando Fazzolari a Varapodio mentre è stato un testa a testa a Terranova dove Sappo Minulio è stato superato per soli tre voti da Ettore Tigani. Sulla Jonica, Bovalino ha confermato l’uscente Vincenzo Maesano con il 59,39% dei voti, San Lorenzo ha scelto Giuseppe Floccari (per lui il 92,27%) e Grotteria ha voltato pagina con Giuseppe Racco, che con il 51,30% ha respinto il bis di Vincenzo Loiero (fermo al 46,70%). A Caulonia successo per Francesco Cagliuso, a Caraffa del Bianco terzo mandato per Stefano Marrapodi, Antonimina si è affidata a Giuseppe Murdaca, Ciminà a Giovanni Mangiameli e Staiti ha confermato Giovanna Pellicanò con un plebiscito. Già eletti appena superato il quorum i candidati unici a Motta San Giovanni (Giovanni Verduci), San Procopio (Domenico Posterino) e Placanica (Antonio Condemi).
La Metro City resta a secco: i progetti presentati per i fondi Cis tutti bocciati
22 giugno. Doccia fredda invece per la Città Metropolitana che scopre di essere rimasta a secco dai fondi del Contratto di Sviluppo. Oltre 226 milioni di euro, assegnati a 110 Comuni per “Svelare la bellezza”. La Calabria è la Regione che ottiene il finanziamento più alto nei circuiti del Cis, il percorso avviato il 19 ottobre 2021 con il primo tavolo di concertazione e proseguito con l’invio di ben 1.180 proposte, per un valore di 6,75 miliardi di euro, da parte degli enti territoriali. Tuttavia in questo contesto che garantisce opportunità di crescita all’insegna della cultura e della bellezza, al territorio reggino spetta il ruolo di “cenerentola”. Infatti nessuno dei 16 progetti presentati dalla Città Metropolitana viene finanziato, così come sono bocciati anche gli 11 del Comune di Reggio. Una scelta su cui gli amministratori dello Stretto vogliono vederci chiaro. Annunciato l’accesso agli atti tanto alla Regione Calabria che ha curato l’istruttoria che all’Agenzia della coesione. Una procedura che sembra essere la premessa al ricorso. Il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana Carmelo Versace parla apertamente di «discriminazioni». E spiega: «Se andiamo a vedere il colore politico degli enti locali che sono stati finanziati, abbiamo la percezione dell’ingiustizia che è stata consumata». Come dire «la campagna elettorale per le politiche è iniziata e nel peggiore dei modi».
Al via la nuova vita del porto di Reggio
23 giugno. Il porto di Reggio cambia volto e si apre al crocerismo e allo sfruttamento a uso turistico della darsena. L’Autorità di Sistema portuale dello Stretto annuncia importanti investimenti per lo scalo che poi conoscerà la definitiva demolizione dei silos di cemento e la “liberazione” di spazi per la vendita della nave di Matacena. Ammonta a circa 72 milioni di euro l’impegno economico dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto per i porti della sponda calabrese di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Saline Joniche, relativo alla programmazione strategica. Il dettaglio viene illustrato dal presidente Mario Mega. Per il porto di Reggio sono disponibili 32,690 milioni di euro che serviranno per dare allo scalo una chiara identità turistica (da diporto e crociere), oltre a mantenere quella legata al pendolarismo con Messina. «In quest’ottica – spiega Mega – per garantire maggiori servizi, si punterà anche all’elettrificazione delle banchine, alla realizzazione di una nuova area per il diporto nella zona più a nord, a creare un collegamento diretto tra la stazione ferroviaria di Santa Caterina e la stazione marittima degli aliscafi e un’avveniristica pista ciclopedonale da nord a sud della città». Soddisfatto l’on. Cannizzaro (FI): «Il mio emendamento, con cui sono stati destinati dal governo 15 milioni per il nostro porto, sta iniziando a dare buoni frutti». Finalmente dopo anni di buio i porti del Reggino possono guardare al futuro con maggiore fiducia e rinnovato slancio anche per lo sviluppo economico del territorio.
Gli altri avvenimenti
3 giugno. A Gioia Tauro il sindaco Alessio viene rinviato a giudizio assieme a sette ex vigili urbani e due Lsu in servizio alla biblioteca.
8 giugno. Si fa luce su un delitto del 2019 causato da questioni economiche. Per l’omicidio Cuzzocrea, arrestato il cugino Antonio che avrebbe sparato a Francesco in un terreno di famiglia. Secondo i Carabinieri si tratterebbe una situazione di antica e aspra contrapposizione
16 giugno. Il sindaco facente funzioni di Reggio, Paolo Brunetti, il 16 giugno denuncia che ad Arghillà ci sarebbe un traffico illecito di spazzatura. Il quartiere della zona Nord della città da sempre nella crisi più totale sul fronte dei rifiuti e del degrado.
18 giugno. Sit-in il 18 giugno davanti all’ospedale di Polistena. A rischio il futuro della struttura. Nel corso della manifestazione i sindaci fanno quadrato a difesa del nosocomio della Piana di Gioia Tauro. Le denunce forti non sono mancate come quella che annuncia che dal primo luglio, fra pochi giorni dunque, nel reparto di terapia intensiva non saranno in grado di garantire la turnistica per mancanza di medici. “E senza terapia intensiva – è stato detto – tutto diventerà più difficile”.
LUGLIO
Reggio, altri 150 milioni per salvare il Comune
22 luglio. «Il Patto per Reggio è realtà. Il presidente Mario Draghi ha firmato come ultimo atto, prima dell’avvio formale della crisi di Governo, l’atto che produce un sostegno di 150 milioni di euro per la Città di Reggio Calabria». A darne notizia è il sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti e l’assessora alle Finanze Irene Calabrò. I dettagli e gli effetti del Patto che dopo qualche giorno dall’annuncio saranno poi illustrati nel corso di una conferenza stampa «Il presidente Draghi ha dimostrato grande rispetto per il lavoro che è stato fatto. Siamo orgogliosi e soddisfatti del risultato raggiunto – hanno aggiunto Brunetti e Calabrò – un obiettivo che produce solo effetti positivi per la nostra città e per le casse dell’amministrazione, che dopo anni di difficoltà finanziarie, grazie alla serietà delle interlocuzioni intraprese ai massimi livelli istituzionali alla guida del Paese, oggi può guardare al futuro con maggiore serenità e fiducia». Già a fine maggio era arrivato l’ok per la firma del Patto per Reggio dal ministero dell’Economia ma gli amministratori di Palazzo San Giorgio speravano nell’arrivo di Draghi in riva allo Stretto e l’assessore Irene Calabrò aveva più volte invitato il premier per una grande cerimonia al Comune. Prima i rinvii per impegni istituzionali e poi la crisi politica che ha travolto l’esecutivo di unità nazionale hanno impedito tutto questo. C’è un poco di delusione per questo ma alla fine il risultato è quello che conta e anche se con una firma digitale anonima apposta da Draghi in calce al provvedimento i soldi arriveranno lo stesso in riva allo Stretto ma il Comune dovrà adempiere a precisi doveri.
Due trapianti di rene con donatori viventi
13-14 luglio. Al Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria vengono eseguiti due trapianti renali da donatore vivente con tecnica robotica. È un importante risultato per la sanità reggina. Il risultato ottenuto è motivo di grande soddisfazione ed orgoglio per il G.O.M. di Reggio Calabria, che ha fortemente voluto ed implementato l’attività di trapianto renale da vivente con il preciso scopo di dare risposte sempre più efficaci ed evolute, in linea con i progressi tecnologico-scientifici, alle persone affette da malattia renale cronica costrette a lunghi e dolorosi periodi di cura e per le quali il trapianto renale costituisce la migliore risposta terapeutica.
Gli interventi eseguiti con tecnica robotica sono stati condotti dalla doppia equipe della U.O.C. Urologia, e della Chirurgia generale assistiti dal Centro Trapianti dell’Università di Padova, autorità riconosciuta in ambito internazionale nel settore dei trapianti. Il Gom raggiunge un altro importante risultato, che si aggiunge ai tanti già ottenuti, poiché pochi centri in Italia sono in grado di eseguire il trapianto renale da vivente con tecnica robotica. Da oggi il Gom è uno di questi. L’utilizzo della chirurgia robotica anche nel campo del trapianto renale è uno dei tanti obiettivi di svolta tecnologica che si sono centrati all’interno dell’Azienda ospedaliera metropolitana.
Gli altri avvenimenti
27 luglio. Scatta l’operazione “Planning“: la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sgomina un’organizzazione che avrebbe aiutato le cosche a infiltrarsi nell’economia. Tra gli arrestati figurano 12 imprenditori e nell’inchiesta risulta indagato anche Ciccio Cozza. Effettuati sequestri di beni per un valore di 32 milioni.
Secondo la ricostruzione della procura gli imprenditori sarebbero stati in affari con la ’ndrangheta. È questo il quadro d’accusa che emerge dall’operazione. La retata disposta dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio ed eseguita dagli agenti del centro operativo Dia e dai militari della Guardia di Finanza, a carico di 12 persone, tra cui imprenditori molto noti di Reggio Città e della provincia di cui 8 finiti in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Il ventaglio delle accuse comprende, con diversi profili di responsabilità, il reato di associazione mafiosa, concorso esterno, associazione per delinquere, impiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, tutti comunque aggravati dalle modalità mafiose.
29 luglio. A Reggio è il giorno della sentenza di primo grado del processo denominato “Epicentro”: il Gup ha disposto 630 anni di reclusione e 5 assoluzioni. Cosche in ginocchio, 53 condanne. Sotto scacco boss e fedelissimi dei De Stefano, Tegano, Molinetti e Barreca. Pioggia di condanne nel maxi processo “Epicentro” (il filone con rito abbreviato). Stangate le ’ndrine De Stefano-Tegano-Molinetti e Condello di Archi, i Barreca di Pellaro e Bocale, i Libri di Cannavò, i Ficara-Latella di Ravagnese, Zito-Bertuca e Rugolino di Catona. Pugno di ferro del Gup di Reggio, Francesco Campagna, che ha accolto le pesanti richieste avanzate dal pool antimafia: 53 le condanne per 630 anni di reclusione (e 115 mila euro di multa a carico di 12 imputati) e 5 le assoluzioni.
29 luglio. Sul fronte ambientale invece si torna a parlare di mare sporco. Scatta l’allarme inquinamento sulla Tirrenica nonostante l’impegno della Regione. Il sindaco di San Ferdinando ha deciso di recarsi alla Procura di Palmi, depositando personalmente un esposto con tanto di dossier fotografico. Nel mirino la depurazione lungo il fiume Mesima. Tra le altre cose è stato richiesto di accertare cause e soprattutto responsabilità: «Il fenomeno assume di anno in anno dimensioni sempre più preoccupanti». Un’altra estate dunque ancora una volta caratterizzata dal mare poco cristallino.
29 luglio. Ufficiale l’annullamento delle elezioni a Bianco. La Corte di Cassazione mette la parola fine sulla vicenda legata allo scrutinio del 20 settembre 2020 che proclamò sindaco Aldo Canturi per pochi voti di scarto rispetto alla lista “Voltiamo Pagina” guidata da Pino Serra.
AGOSTO
Le 50 candeline dei Bronzi per la rinascita
Il mese per eccellenza legato alle ferie non inizia benissimo in riva allo Stretto. Perché il 2 agosto tutti gli occhi sono puntati su un fatto di cronaca legato ala movida violenta. Nello specifico nell’area dei lidi sul Lungomare, un giovane è stato aggredito e pestato da una ventina di coetanei. Tanti minori, tutti a farsi giustizia contro un giovanottino come loro colpendolo con calci e pugni; persino con un casco da motociclista e una sedia di plastica. L’episodio è venuto alla luce con un post su Facebook del sindaco, sospeso, Giuseppe Falcomatà.
L’appuntamento principale per Reggio e la Calabria di agosto è senza dubbio quello della festa per i 50 anni dal ritrovamento delle due statue dei Bronzi di Riace. Il 16 agosto il via alle celebrazioni. «Celebriamo con grande orgoglio una ricorrenza storica per la Calabria. Il 16 agosto del 1972, 50 anni fa, Stefano Mariottini, un giovane sub romano, si immerse nel mar Ionio a circa 230 metri dalle coste di Riace Marina, e a 8 metri di profondità scoprì due statue di bronzo dall’inestimabile valore. Oggi i Bronzi di Riace, opera d’arte unica, rarissima ed emozionante testimonianza della scultura greca di età classica, sono conosciuti in tutto il mondo, come simbolo della nostra Regione». Queste le parole del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. «Uno straordinario attrattore turistico – prosegue Occhiuto – non solo per la Calabria, ma per tutto il Paese. Ripartiamo da loro, da questi due guerrieri, cinquant’anni dopo il ritrovamento, per continuare a custodirne e a raccontarne la storia, la bellezza, la cultura e l’armonia, e per (ri)scoprire sempre più la Calabria». La vicepresidente Giusy Princi invece dice: «Il 16 agosto è il giorno dell’anniversario. È proprio oggi che ricorre il 50° (1972-2022) dal ritrovamento dei due Bronzi al largo di Riace, oggi ben custoditi all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria diretto da Carmelo Malacrino e annoverati tra i capolavori scultorei più significativi di tutta la cultura magno greca».
Il mese della rivoluzione sanitaria
18 agosto. Ma è anche il mese della rivoluzione sanitaria perché il governatore Roberto Occhiuto annuncia che in Calabria arriveranno medici da Cuba per sostenere il sistema sanitario della Calabria. Il presidente della Regione e commissario per la sanità, Roberto Occhiuto, firma un accordo con una società statale del governo di Cuba per l’invio in Calabria di circa 500 medici – 497, per la precisione – da affiancare a quelli calabresi «all’occorrenza»: l’accordo sarà operativo da settembre. A renderlo noto è stato lo stesso Occhiuto con un videomessaggio su Facebook. «Ogni giorno – ha esordito Occhiuto – ricevo tantissimi messaggi da parte di tanti cittadini calabresi che giustamente si lamentano del fatto che nei nostri ospedali non ci siano abbastanza medici. Non ci sono abbastanza medici in Italia, il numero chiuso a Medicina ha privato il nostro Paese dei medici che sarebbero necessari. E tutte le Regioni stanno facendo di tutto per reclutare medici e non ci riescono. Questo problema è molto più grave in Calabria perché noi abbiamo un sistema sanitario poco attrattivo. Il mio auspicio è che tutti i medici che si trovano in Italia e stanno fuori la Calabria tornino in Calabria per dare una mano agli ospedali calabresi ma è un auspicio difficile da realizzare in pochi mesi». I primi che arriveranno saranno proprio a Reggio, la zona più complessa per la carenza di personale.
Emergenza rifiuti, apre Melicuccà
25 agosto. Emergenza rifiuti nell’area metropolitana reggina, il 25 agosto partono i conferimenti di spazzatura nella discarica di Melicuccà che erano stati autorizzati a fine luglio. L’ordinanza era stata firmata e pubblicata e per 180 giorni i cancelli dell’impianto di Melicuccà potranno accogliere le “ecoballe” di rifiuti. Un provvedimento che ha i caratteri dell’eccezionalità e dell’urgenza e per l’arco di tempo stabilito dall’Arpacal “trasforma” la vasca in un sito di stoccaggio, visto che l’aumento della produzione dei rifiuti è stato accompagnato invece dalla riduzione dei volumi dei conferimenti e dalla difficoltà di reperire anche fuori regione nuovi impianti per lo smaltimento degli scarti. Così dopo un lungo e articolato iter (che ha visto nell’approvazione da parte della Regione lo studio realizzato dall’Arpacal, per il dimensionamento preliminare e definitivo delle aree di salvaguardia della sorgente Vina, un passaggio determinante), si avvia questa operazione per superare l’emergenza e garantire continuità al servizio, ma all’insegna della sicurezza e della tutela ambientale, così viene ribadito in più passaggi nelle dodici pagine dell’ordinanza. «L’invaso del primo lotto della discarica di Melicuccà è disponibile essendo state effettuate con esito positivo, tutte le verifiche sulla barriera di confinamento in argilla, sui teli e le relative saldature nonché sul drenaggio di fondo e sul sistema di raccolta del percolato sul fondo dell’invaso» questa una parte del provvedimento della Città metropolitana. I primi conferimenti sono accompagnati da forti polemiche.
Gli altri avvenimenti
4 agosto. Tragedia a Cittanova. Perde il controllo mentre è a bordo del trattore: muore un ragazzo di 16 anni di Melicucco.
12 agosto. Bomba d’acqua a Scilla. La perla della Costa Viola viene travolta da una violente ondata di maltempo. Ingenti i danni per la cittadina turistica ma dopo alcuni giorni tutto torna alla normalità grazie anche all’impegno di tantissimi volontari.
12-13 agosto. Torna il Jova Beach party dopo l’esperienza del 2019. A Roccella due grandissime serate con 60mila persone in spiaggia a cantare, ballare e divertirsi all’insegna della grande musica.
18 agosto. Dopo pochi giorni, sempre a Scilla scatta una imponente operazione dei Carabinieri del Nas. Il nucleo speciale anti sofisticazioni denuncia il rappresentante legale di due lidi: è accusato di aver detenuto 1.300 kg di alimenti in cattivo stato di conservazione.
23 agosto. Inquietante episodio a Reggio. La campagna elettorale in vista delle politiche del 25 settembre inizia malissimo. Spari contro la segreteria del deputato Francesco Cannizzaro. Tre colpi di pistola mentre era in corso una riunione del deputato di Forza Italia nella segreteria provinciale a due passi dalla sede del Consiglio regionale. Era con i suoi collaboratori. Per fortuna non c’è stato alcun ferito.
SETTEMBRE
Colpo alle cosche di Scilla. Terremoto anche al Comune
8 settembre. Per Scilla settembre è un mese nero. Le mani delle ’ndrine su Scilla tra appalti da conquistare, stabilimenti balneari da monopolizzare e ristoratori da vessare per l’acquisto del pregiato pesce spada. Ma non solo, la mafia scillese si era infiltrata nel Municipio: un consigliere comunale è ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa e il sindaco, Pasqualino Ciccone, indagato per scambio elettorale politico-mafioso. Questo quanto emerge nell’operazione “Nuova linea” condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro la cosca Nasone-Gaietti. Eseguiti 22 arresti, di cui 18 in carcere. E tra questi il boss Giuseppe Fulco, accusato di avere gestito gli affari del gruppo criminale con l’avallo della cosca gerarchicamente superiore degli Alvaro di Sinopoli. L’indagine ha fatto luce su una vasta rete di estorsioni che sarebbe stata messa in atto dalla cosca Nasone-Gaietti. Il gruppo criminale imponeva il pizzo agli imprenditori impegnati in lavori pubblici, mentre ai ristoratori della zona veniva imposto di acquistare il pesce solo dalla pescheria gestita, di fatto, dallo stesso Giuseppe Fulco. I carabinieri hanno sequestrato beni mobili e immobili per un milione di euro. I sigilli hanno riguardato sei società del settore turistico-balneare e del commercio di prodotti ittici.
E il 28 settembre si allarga l’inchiesta “Nuova linea” con altri due indagati dalla Dda e si dimette il sindaco Ciccone. Il primo cittadino e la squadra di maggioranza lasciano il Municipio Fatali le accuse di aver beneficiato del sostegno dei clan locali.
21 settembre. Ma non è finita perché anche nella sanità Scilla perde un “pezzo”. Il 21 settembre viene chiuso l’ospedale: «Non è sicuro» Il commissario straordinario dell’Asp, Lucia Di Furia, dopo il sopralluogo dei tecnici di Invitalia allo “Scillesi d’America” per la trasformazione in Casa della Salute, decide la chiusura da domani degli edifici del “nuovo ospedale” perché degradati e non sicuri dal punto di vista sismico.
Reggio: portavalori rapinato in pieno centro cittadino
13 settembre. Eclatante episodio in pieno centro cittadino: si verifica una rapina a mano armata, intorno alle ore 7, ad un furgone portavalori in pieno centro a Reggio Calabria. Due malviventi, con il volto parzialmente coperto da un cappellino e armati di pistola, sono riusciti a impossessarsi del plico, contenente denaro in contanti, che una guardia giurata stava per consegnare allo sportello di un istituto bancario in via Miraglia. Dentro c’erano circa 80mila euro. Stando ad una prima ricostruzione uno dei due rapinatori avrebbe aggredito la guardia giurata riuscendo a strappargli la busta con i soldi prima che il vigilante entrasse in banca. Una volta preso il bottino, l’uomo si è allontanato a piedi per qualche metro ed è poi salito a bordo di un’auto di media cilindrata, guidata da un complice con il quale si è dileguato. Una delle due guardie giurate è stata disarmata ma ha tentato comunque, non riuscendoci, di inseguire a piedi i malviventi. Non ci sono feriti e non sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle Volanti e della Squadra mobile che hanno messo in sicurezza l’area e hanno iniziato la caccia ai rapinatori. La polizia di Stato ha iniziato a passare al setaccio i filmati delle telecamere di videosorveglianza dell’istituto bancario e quelle dei palazzi vicini. Gli autori della rapina potrebbero essere venuti da fuori città.
Gli altri avvenimenti
5 settembre. Sono tanti i commercianti, ristoratori, panificatori che a Reggio Calabria che aderiscono alla campagna lanciata da Confcommercio “Bollette in vetrina”. Non un’operazione di marketing ma una reale necessità che vuole fare giungere alla politica, impegnata in una assurda campagna elettorale, il messaggio forte e inequivocabile di decine di migliaia di commercianti e dei loro dipendenti: non si può attendere oltre perché in assenza di aiuti immediati migliaia di aziende verranno spazzate via. Lorenzo Labate, presidente di Confcommercio Reggio Calabria, ricorda che «Confcommercio ha formalmente chiesto alla politica e al governo, anche in questa fase transitoria, di adottare con urgenza le misure necessarie a mantenere in vita le nostre attività. Molti colleghi sono in ginocchio di fronte a rincari così improvvisi e importanti e con la prospettiva di un ulteriore aggravio delle bollette nei mesi autunnali».
9 settembre. Invitalia dichiara deserto il secondo bando per l’assegnazione della rotta Reggio-Messina con mezzi veloci. Nessuna offerta, interesse zero e pietra (forse) tombale sull’ipotesi di potenziare il servizio (oggi gestito in proroga da BluJet) con almeno una corsa notturna quotidiana e il prolungamento degli orari nei festivi e nei weekend. La “palla” adesso torna al Ministero dei Trasporti. Ma una soluzione va trovata, a fronte di impegni su una reale integrazione fra le due sponde dello Stretto che rischiano di restare ancora una volta parole vuote.
2-17 settembre. Tensione a Palmi per la riapertura della discarica. Prima il 2 settembre il Comune presenta un esposto in Procura. Dopo il ricorso al Tar contro l’attivazione del sito di località “La Zingara”, l’amministrazione Ranuccio va all’attacco della Città metropolitana. Successivamente il 17 settembre la cittadina scende in piazza. In centinaia sfilano per gridare “no” alla discarica. Nonostante la bocciatura della sospensiva da parte del Tar gli attivisti sono pronti a proteste eclatanti.
20 settembre. Arriva la sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio che rigetta il ricorso contro lo scioglimento per mafia del Comune. Secondo i giudici amministrativi al Comune vi era poca trasparenza e “favori” ai Pisano. Il ricorso dell’ex sindaco Idà respinto perché «i fatti evidenziati nell’istruttoria non risultano travisati» a proposito dei “favori” al clan Pisano e della scarsa trasparenza.
23 settembre. Il Parco d’Aspromonte ha il suo direttore che è Giuseppe Putortì. Dopo oltre tre anni di assenza il ministero della Transizione Ecologica ha firmato il decreto.
OTTOBRE
Il futuro è “scritto” nelle infrastrutture
3 ottobre. Infrastrutture, colmare il gap e mettere le basi per il rilancio del territorio: c’è un filo rosso che lega una serie di eventi che caratterizzano il mese di ottobre 2022. Uno, forse il più importante, è datato 3 ottobre: il governatore Occhiuto annuncia di aver sottoscritto con il governo un Contratto interistituzionale di sviluppo (Cis) per il rilancio degli aeroporti calabresi. Nel dettaglio, la Regione potrà stanziare 129 milioni 875mila euro, provenienti dal Fondo sviluppo e coesione, per diverse iniziative che interesseranno i tre scali di Crotone, Lamezia e Reggio. A queste risorse vanno aggiunti i 25 mln di euro già previsti nel bilancio dello Sta to per l’aeroporto “Tito Minniti”, più ulteriori 60,6 mln di Sacal. Anche la Chiesa si fa sentire. In un’intervista pubblicata dalla Gazzetta il 3 ottobre, l’arcivescovo Fortunato Morrone si sofferma sul concetto di “insieme”: «Solo così Reggio avrà la speranza e la possibilità di rialzarsi».
Progetti, idee, strategie di sviluppo di cui si discute a 360 gradi grazie alla Biennale dello Stretto fino al 4 ottobre (altre sessioni a novembre e dicembre): tra il Museo e Forte Siacci decine di illustri relatori si confrontano sul tema “Le tre linee d’acqua” che riaccende i riflettori sul rapporto tra la città e il suo mare.
11 ottobre. Al Comune si pensa a decine di assunzioni. L’11 ottobre parte la ricerca di una società esterna per espletare le procedure: sono 135 i profili richiesti, ma l’iter non sarà gestito dal Formez. E per questo scoppia una furibonda polemica, con la minoranza di centrodestra che denuncia la mancanza trasparenza.
17 ottobre. E il porto? La data da ricordare in questo caso è il 17 ottobre: il presidente dell’Autorità dello Stretto, Mario Mega, pubblica il masterplan dello scalo marittimo che scommette sul crocierismo. Oltre al terminal e a una banchina dedicata, il piano punta su un grande parco lineare e una ciclovia fino all’aeroporto.
18 ottobre. Reggio, al centro del dibattito, ospita anche l’assemblea regionale di Unindustria, alla quale il 18 ottobre partecipa anche il leader degli industriali italiani Carlo Bonomi, che annuncia: «Chiederò al nuovo Governo che si costituisca una squadra di persone con speciali competenze per il progetto “ItaliaSud 2032”. Basta con l’idea che il Mezzogiorno si possa sviluppare solo con l’assistenzialismo. Ci sono delle grandi eccellenze in Calabria: cultura, storia, Università. C’è tutto per far bene e noi non accetteremo che non ci sia un piano di sviluppo decennale».
Fondi per la sanità
17 ottobre. Intanto piovono fondi per la sanità. E tra questi ci sono anche 90 milioni di euro in più per completare il nuovo ospedale “Morelli”. La notizia viene comunicata il 17 ottobre da Occhiuto: le risorse per la città si aggiungono ai 180 milioni già stanziati di versi anni fa dall’Inail per l’ampliamento del vecchio Morelli. Arrivano in aggiunta anche 2,7 milioni di euro per il completamento del polo onco-ematologico che avrà una dotazione di 12 milioni 700mila euro, mentre ulteriori 13 milioni sono stati destinati per i nuovi uffici e la foresteria del Gom. Questo è quanto ha accordato il governo rispetto alle misure richieste dalla Regione nei mesi scorsi. Accanto a questi interventi, inseriti in un più ampio piano a livello calabrese, sono stati confermati anche i 35 mln per la riqualificazione del presidio ospedaliero di Polistena.
Risposta indiretta della premier Meloni il 26 ottobre: «Basta un Dpcm per sbloccare il rigassificatore di Gioia Tauro», annuncia in Senato.
’Ndrine e fiumi di coca, cosche alle corde
6 ottobre. Il business principale della ’ndrine resta quello in cui sono quasi monopoliste: il narcotraffico. La conferma arriva il 6 ottobre con la maxioperazione intorno al porto di Gioia Tauro: la Guardia di Finanza mette a segno 36 arresti, in manette anche operatori portuali e persino un funzionario infedele dell’Agenzia delle Dogane. Secondo la Dda di Reggio infatti i carichi di droga, partiti dal Sudamerica, uscivano dal terminal grazie a importanti complicità. La parcella per gli operai “infedeli” oscillava tra il 7 e il 20% del valore del carico di stupefacenti mentre per il funzionario non superava la soglia del 3%: ricostruito il sistema con cui liberavano i container “contaminati”, aggirando controlli allo scanner.
7 ottobre. Il giorno successivo alla retata, il 7 ottobre, arriva una stangata giudiziaria: si conclude con 46 condanne e 8 assoluzioni il processo “Ares”, celebrato con il rito abbreviato in Corte d’Appello a Reggio, nato un’inchiesta della Dda che nel luglio 2018 aveva portato a numerosi arresti contro la cosca Cacciola-Grasso di Rosarno.
22 ottobre. Riflettori ancora su Rosarno il 22 ottobre, con la morte , a 85 anni, del boss Umberto Bellocco, soprannominato “Assu i Mazzi”, patriarca dell’omonima cosca storicamente egemone, insieme alla ’ndrina dei Pesce, nei territori di Rosarno e San Ferdinando. E c’è anche l’omonimo 50enne del boss defunto, il 27 ottobre, tra gli arrestati dell’operazione effettuata ancora una volta dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento della Dda reggina, contro un’organizzazione di trafficanti internazionali di cocaina che porta all’esecuzione di 24 ordinanze di custodia cautelare.
Gli altri avvenimenti
1 ottobre. I fondi del Pnrr sono un’opportunità per la ’ndrangheta: è l’1 ottobre quando la Dia, tramite la propria relazione semestrale, lancia l’ennesimo allarme. Le cosche, sostengono gli analisi, rappresentano un ostacolo alla ripresa sociale ed economica e la conferma si è avuta proprio con la pandemia: i clan, in particolare quelli calabresi, appaiono molti interessati a sfruttare in maniera illecita le risorse provenienti dal Pnrr e le distorsioni create dalla crisi economica in atto.
5 ottobre. Reggio riflette sulla movida violenta: il 5 ottobre si viene a sapere che sei giovani sono indagati per la violenta aggressione ai danni di un coetaneo avvenuta tra il 30 e 31 luglio sul Lungomare. Quattro sono maggiorenni, due minori
31 ottobre. Giorgia Meloni ufficializza la squadra dei suoi sottosegretari. Ci sono due calabresi: Maria Tripodi, reggina d’origine ma romana d’adozione e con un pedigree tutto berlusconiano, rimasta fuori dal Senato alle ultime elezioni e “ripescata” alla Farnesina e Wanda Ferro, coordinatrice regionale di FdI e volto storico della destra catanzarese, che “sbarca” al Viminale.
NOVEMBRE
La “lezione” della cultura che può creare sviluppo
1 novembre. La cultura per rilanciare il turismo e fare economia. Il concetto è anche alla base della candidatura dela Locride a Capitale italiana della cultura 2025, una rincorsa spinta dal 50. anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace e che caratterizza tutto l’anno che si conclude in queste ore. Passaggio importante del percorso è l’1 novembre, quando – su proposta della vicepresidente Giusi Princi – la giunta regionale delibera di sostenere la candidatura della Città Metropolitana di Reggio Calabria, nello specifico il territorio della Locride.
7-9 novembre. Mondo della cultura in fermento anche dal 7 al 9 novembre quando il principe Alberto II di Monaco si trova in visita a Reggio e alcuni comuni della provincia. In città il regnante di Montecarlo riceve all’Università Mediterranea la laurea ad honorem in Scienze forestali e ambientali e si dice fra l’altro «catturato dalla bellezza dei Bronzi». Ancora – prima della sosta a Molochio – Alberto II riceve la cittadinanza onorario a Gerace e Cittanova.
Il governo rilancia sul Ponte
8 novembre. Cultura ma non solo: resta primario, soprattutto a queste latitudini, il tema delle infrastrutture. E allora come non parlare del Ponte sullo Stretto? Il governo Meloni lo ha “ripescato” con convinzione e ha deciso di scommetterci su per bocca del ministro Salvini. Non a caso, l’8 novembre il titolare delle Infrastrutture incontro i governatori di Sicilia e Calabria: il Ponte «si farà, questa è la volta buona». Da parte loro, Calabria e Sicilia chiedono anche tutto il resto, dal completamento della Strada statale 106 all’Alta Velocità ferroviaria. Qualche giorno dopo, nella legge di bilancio il governo “resusciterà” la società Stretto di Messina.
25 novembre. Nel frattempo, mentre l’Alta velocità registra uno stop di cui la Gazzetta dà notizia il 21 novembre (il Consiglio superiore del lavori pubblici ha richiesto integrazioni a Rfi), per la Ss 106 il 25 novembre sempre Salvini annuncia l’inserimento di 3 miliardi di euro nella legge di bilancio. Da Gioia Tauro, ma qualche giorno prima, esattamente il 3 novembre, era stata la Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo a rilanciare: «È qui la sfida dello sviluppo».
Falcomatà, la condanna confermata in Appello
8 novembre. Sono le 23.37 quando il presidente del collegio giudicante della Corte d’Appello, Lucia Monica Monaco, legge il dispositivo della sentenza: dopo otto ore e mezza di camera di consiglio, il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà e la quasi totalità della sua prima giunta vengono condannati anche in secondo grado per il “caso Miramare”, la scelta della giunta comunale di affidare l’albergo sul Lungomare all’associazione “Il Sottoscala” senza un bando pubblico ma con un affidamento diretto che per gli inquirenti, il Tribunale collegiale ed adesso anche per la Corte d’Appello, si concretizzò in un vantaggio patrimoniale ingiusto a favore dell’imprenditore Paolo Zagarella «in quanto amico personale del sindaco». Un anno di reclusione per il sindaco Falcomatà; sei mesi di reclusione per i restanti dieci imputati. Con le condanne in Appello si riabbatte la scure della legge “Severino”: ulteriori 12 mesi di sospensione per Falcomatà e cinque componenti l’allora Giunta comunale – Armando Neri, Giovanni Muraca, Saverio Anghelone, Giuseppe Marino e Antonino Zimbalatti – out dalla politica dal giorno successivo alla decisione di primo grado (19 novembre 2021). I giuristi sul punto si dividono anche se la corrente di pensiero prevalente propenderebbe per ulteriori 12 mesi da aggiungersi ai 18 sanciti dalla sentenza di condanna del Tribunale collegiale. Laconico il commento di Falcomatà all’uscita del Palazzo di Giustizia: «Attendo di conoscere le motivazioni. Resto fiducioso». L’accusa per tutti gli imputati è abuso d’ufficio.
Gli altri avvenimenti
23 novembre. Due tragedie e un’inchiesta choc scuotono Reggio e Bagnara: fatti di cronaca che macchiano la parte finale del mese. La prima vicenda si consuma a Catona: la Squadra mobile della Questura arresta Giuseppe Sicari, 60 anni, che poco prima, nel primo pomeriggio, aveva ucciso Francesco Giuseppe Fiume, 44 anni, suo cugino acquisito. Dopo il delitto Sicari, incensurato, si è costituisce in Questura: avrebbe detto agli inquirenti di avere agito poi ché esasperato. Da anni, infatti, ci sarebbero stati degli screzi tra l’assassino e la vittima. Dissidi per futili motivi che, nelle ultime ore, si sarebbero accentuati, con Sicari che ha preso la pistola, regolarmente detenuta, ed ha sparato contro Fiume. Il 44enne è stato ucciso davanti all’abitazione di Sicari mentre si trovava a bordo del la propria auto, una Fiat Stilo.
26 novembre. Bagnara a lutto, invece, il 26 novembre, un sabato mattina. Potrebbe essere stato provocato da una scintilla sprigionatasi da una fiamma ossidrica lo scoppio di almeno una bombola di gas, seguito da un incendio che ha causato la morte di Domenico Venuto, 51 anni, ferroviere di professione, e il ferimento grave del 42enne Rocco Velardo, idraulico e proprietario del deposito di attrezzi semidistrutto in località Pezzolo. Un’altra persona, che al momento dello scoppio pare fosse all’esterno, non è rimasta ferita ma si trova in stato di choc. Pare che i tre – all’interno della costruzione con copertura in lamiera – stessero riscaldando del materiale. Le prime verifiche dei Vigili del fuoco hanno consentito di accertare l’accidentalità dello scoppio, escludendo, dunque, qualsiasi ipotesi di dolo.
28 novembre. A chiudere il mese è un’altra storia di cronaca: il 28 novembre il comandante dell’istituto “Panzera” e cinque agenti della Polizia penitenziaria vengono colpiti dalla misura degli arresti domiciliari, altri sette poliziotti sono indagati e un medico viene sospeso dall’attività professionale. Tutti e 14 – con diversi profili di responsabilità – sarebbero coinvolti nelle presunte torture subite in carcere da un detenuto, un giovane napoletano. Un vero colpo per il sistema carcerario reggino che già era stato scosso dall’indagine dell’ex direttrice delle carceri Longo. A seguito dell’inchiesta che ha portato all’emissione di provvedimenti di sospensione dall’attività lavorativa per alcuni dei coinvolti si sono subito levati gli scudi delle organizzazioni sindacali che attaccano per i processi mediatici partiti subito dopo la diffusione della notizia. Di certo c’è che il colpo al Corpo della Polizia Penitenziaria è stato abbastanza pesante, soprattutto in termini di immagine.
DICEMBRE
Sotto l’albero della Reggina c’è un sogno
22 dicembre. Una cavalcata che, fatti i dovuti scongiuri, si spera vincente. Reggio e la Reggina sognano la serie A a tinte amaranto. E l’undici guidato da Superpippo Inzaghi ce la sta mettendo tutta per dare corpo alle aspettative di migliaia di tifosi, che seguono la squadra con sempre maggiore entusiasmo. Il secondo posto in classifica, intanto, è ampiamente meritato dai ragazzi, che chiudono l’anno con la vittoria contro l’Ascoli. È il 22 dicembre quando la Reggina ospita l’Inter al “Granillo” per un’amichevole di lusso. I nerazzurri passano nel finale grazie ai gol di Dzeko e Lukaku, ma al di là del risultato è una serata di grande festa che potrebbe – anche in questo caso con i necessari scongiuri – fare da antipasto a una prossima stagione nel massimo campionato di calcio. Quattro giorni dopo la sfida con l’Inter, il 26 dicembre gli amaranto ad Ascoli chiudono l’anno col botto. «Speriamo che il 2023 prosegua com’è finito il 2022», è il primo commento a caldo di Inzaghi dopo la vittoria per 1-0 al “Del Duca”: è il quarto successo esterno consecutivo per la Reggina che conclude il girone d’andata consolidando il secondo posto a tre punti dalla capolista Frosinone. Dopo un primo tempo equilibrato ci pensa Rivas, a metà ripresa, a colpire i marchigiani con un sinistro che vale i tre punti. E all’orizzonte c’è un doppio turno interno. La società, intanto, guarda avanti. Il 22 dicembre in Prefettura, il presidente amaranto Marcello Cardona, a margine della conferenza presieduta dal padrone di casa, prefetto Massimo Mariani, sul recupero dei minori, parla del “Granillo”. E dopo che il proprietario della Reggina, Felice Saladini, aveva ribadito alla festa di Natale del club l’impegno per il nuovo stadio reggino, ecco che arriva un ulteriore nell’ambito di un progetto per l’utilizzo dell’impianto non esclusivamente nei weekend sportivi in occasione delle gare di campionato, ma anche in tutti gli altri giorni della settimana, 24 ore su 24. Pure in virtù della creazione di adeguati servizi per il cittadino. «La proprietà – spiega Cardona – accollandosi il progetto si accolla anche gli oneri economici. La società vede nello stadio (come in tutta Europa e in Italia) un’idea di crescita importante perché il territorio possa fruirne in ambito sociale. Il primo step verte sulla presentazione del progetto che passeremo al potere politico che sicuramente lo guarderà con benevolenza.
Reggio si riscopre innamorata anche… della musica
17 dicembre. Dallo sport allo spettacolo, il passo è brevissimo. Un appuntamento da ricordare per la città, con la messa in scena al “Francesco Cilea” della “Andriana Lecouvreur”, grande opera lirica del compositiore di Palmi al quale è dedicato il teatro cittadino. Lunghi e convinti applausi per un cast d’eccezione chiudono la serata. Nella produzione della Regione Calabria e del Conservatorio “Cilea”, con il sostegno del Comune e della Città Metropolitana di Reggio, il ruolo di Adriana è interpretato dal soprano Maria Agresta; nelle vesti di Maurizio Michael Fabiano, un grande tenore le cui origini risalgono a Scilla, dove gli è stata conferita anche la cittadinanza onoraria; principessa di Bouillon è stato il mezzosoprano Daniela Barcellona; e Giovanni Romeo, reggino doc, è Michonnet. L’Orchestra dei Conservatori calabresi e del teatro “Cilea” è diretta dal maestro Carlo Montanaro, regia di Mario De Carlo, scene di Alfredo Troisi. Il coreografo Armando Gatto guida le coreografie con il suo corpo di ballo Sintesi. «Abbiamo costruito un grande sogno», dice soddisfatto Eduardo Lamberti-Castronuovo, ideatore del grande evento.
Cinquanta imprese nel cartello antiracket. Ma la morsa delle ‘ndrine è asfissiante: 63 arresti tra i Bellocco
1 dicembre. Tra ’ndrine che s’impongono ovunque e operazioni di polizia che mettono luce su un sommerso sempre più evidente, l’1 dicembre arriva da Reggio un segnale positivo: sono 50 i cartelli antiracket autorizzati finora dalla Prefettura e rilasciati attraverso Ance per altrettanti cantieri edili localizzati sul territorio metropolitano in capo ad imprese associate all’Associazione dei costruttori reggini. Il dato fa ben sperare: procede a regime l’attuazione del protocollo d’intesa per la prevenzione dell’estorsione nei cantieri edili – patto antiracket sottoscritto l’11 maggio 2022 tra Prefettura, Associazione costruttori e Federazione antiracket.
13 dicembre. Le cosche, però, non mollano la presa. E nella Piana – ma non solo – il 13 dicembre scatta l’operazione “Blu Notte”. Emesse dal gip di Reggip, su richiesta della Dda, 63 ordinanze: 47 persone finiscono in carcere, 16 ai domiciliari. Altre 13 misure cautelari scattano su richiesta della Procura antimafia di Brescia che ha coordinato un’indagine collegata a quella calabrese. Associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni i principali reati contestati a vertici e affiliati della cosca Bellocco, a capo della “società di Rosarno” con interessi in Italia e in diversi Paesi esteri.
15 dicembre. I riflettori si accendono sulla città: l’inchiesta “Revolvo” condotta dal Gico della Guardia di Finanza col coordinamento della Dda si concentra su una presunta cordata di imprenditori edili, contigui alla ’ndrangheta e facenti capo al gruppo familiare dei Gironda, che, grazie a cointeressenze e corruttele di sette funzionari comunali, sarebbero riusciti ad aggiudicarsi diversi appalti banditi dal Comune. Quattro gli arresti, indagati 6 funzionari del Comune. Sequestrate 11 imprese edili, per un valore di circa 10 milioni di euro.
Solita emergenza (e tentato omicidio) nella tendopoli di San Ferdinando
Continua a far parlare di sé la tendopoli migranti di San Ferdinando, tornata nel degrado e agli “onori” della cronaca per un grave episodio di violenza, reso noto il 25 dicembre. Si tratta del tentato omicidio di uno straniero, proveniente dal Ghana, trovato riverso per terra, all’interno di uno dei tanti bivacchi, privo di sensi e ricoperto di sangue dai poliziotti del commissariato di Gioia Tauro. Provvidenziali si rivelano le urla e i tumulti che gli agenti sentono provenire da una delle tende della struttura durante uno dei soliti servizi di vigilanza intorno al perimetro della stessa tendopoli ubicata nella zona industriale del porto di Gioia Tauro. Accorsi immediatamente sul posto, i poliziotti si trovano davanti agli occhi l’agghiacciante scena del malcapitato che giace esanime per terra in una pozza di sangue. Arriva il 118, la vittima è fuori pericolo. Ma resta la situazione di piena emergenza nell’accampamento. Pochi giorni prima la Flai Cgil attraverso le pagine della Gazzetta ha denunciato per l’ennesima volta il perdurare di una situazione drammatica lì dove la quotidianità mancherebbe di servizi essenziali, in primis acqua e luce, tanto da non comprendere più cosa siano le minime condizioni igienico-sanitarie.
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-12-31 16:00:19