Due disegni di legge depositati in Senato – uno firmato da esponenti di Fratelli d’Italia, l’altro da rappresentanti della Lega – ma con un obiettivo comune: riportare in vita le Province. Svuotate di risorse nel 2014, scampate alla loro cancellazione per il fallimento del referendum costituzionale nel 2016, da oltre 8 anni gli enti intermedi vanno avanti nel (semi) anonimato senza soldi né gloria, ma con molte responsabilità su temi delicati come scuole, strade e sicurezza ambientale. Presto però le cose potrebbero cambiare: il centrodestra di governo è sempre più persuaso dall’idea di tornare al vecchio sistema, con l’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali. La questione si intreccia sul tavolo delle riforme e con le altre discussioni aperte, come quelle del presidenzialismo e dell’autonomia rafforzata per le Regioni.
Non è un caso che già qualcuno abbia messo le mani avanti, sottolineando come i disegni di legge finiranno con il produrre una moltiplicazione delle poltrone. Le Province tornerebbero a essere enti locali utili ad una classe politica sempre alla ricerca di postazioni di prestigio. «Sciocchezze», replicano i rappresentanti calabresi, favorevoli a un ritorno al passato. «Il cambio di passo è necessario – si sottolinea in ambienti di Fratelli d’Italia -, la legge Delrio non può essere attuata e va superata poiché le Province sono ancora previste dalla Costituzione e mantengono le competenze sull’edilizia scolastica, sulla tutela e valorizzazione dell’ambiente, sui trasporti e sulle strade».
Elezioni sindaci, si cambia? Nel testo presentato dal Carroccio, primo firmatario il senatore Massimiliano Romeo, s’interviene anche sull’elezione del sindaco nei Comuni sopra i 15mila abitanti. Obiettivo della modifica proposta all’articolo 4 è consentire che l’elezione al primo turno sia resa possibile al candidato che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi, purché questi abbia…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-12-24 02:29:30