Due nuove molecole, capivasertib e camizestrant, migliorano la sopravvivenza libera da progressione in pazienti con carcinoma della mammella metastatico già trattato con terapia ormonale. Lo dimostrano i risultati degli studi Serena-2 e CAPItello-291 presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS), il più importante congresso internazionale sul tumore al seno, in corso fino al 10 dicembre.
“Il carcinoma della mammella è il tumore più diffuso nella popolazione femminile, con 2,3 milioni di casi stimati nel 2020 in tutto il mondo – afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) -. Circa il 70% è costituito dal sottotipo positivo per recettori ormonali (Hr+) e con bassa espressione della proteina Her2 (Her2-low) o Her2 negativo. Le terapie ormonali sono abitualmente utilizzate per il trattamento del carcinoma della mammella Hr+. Tuttavia, queste pazienti sviluppano spesso resistenza alle terapie ormonali attualmente disponibili per la malattia avanzata e vanno incontro a progressione di malattia. Da qui la necessità urgente di nuove cure. Capivasertib e camizestrant hanno il potenziale per rispondere a questo forte bisogno clinico”.
Nello studio di fase IIICAPItello-291, l’inibitore selettivo di AKT capivasertib in combinazione con fulvestrant – dettaglia una nota – ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante e statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (Pfs) rispetto a placebo più fulvestrant in pazienti con tumore al seno localmente avanzato o metastatico positivo per i recettori ormonali (Hr+), con bassa espressione di Her2 (Her2-low) o Her2 negativo, che hanno sviluppato una recidiva o progressione di malattia durante o dopo terapia endocrina (con o senza inibitore di CDK4/6). I risultati mostrano come capivasertib in combinazione con fulvestrant riduca del 40% il rischio di progressione di malattia o morte rispetto a…
Fonte www.adnkronos.com 2022-12-09 16:47:05