Poche parole inserite nel testo-bozza della riforma rischiano di mandare in frantumi l’uguaglianza dei cittadini italiani nati a Trieste o a Reggio Calabria. Il nuovo disegno di legge sull’autonomia differenziata – questa mattina il ministro Roberto Calderoli lo presenterà alla Conferenza delle Regioni – può far saltare ogni meccanismo di solidarietà nazionale e spaccare in due il Paese: da una parte il ricco Nord, dall’altra un Sud che annaspa tra mille difficoltà. Nell’ultima versione del testo è sparito l’obbligo in capo al governo di stabilire i Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Definire i Lep è una responsabilità esclusiva dello Stato. Quindi tocca al governo e al Parlamento. I decreti attuativi della Costituzione (2011) prevedono che prima si faccia una ricognizione dei servizi presenti sui territori e poi si decidano i Lep. La ricognizione è stata affidata a una società pubblica, la Sose, che l’ha consegnata in Parlamento il 30 gennaio 2017, con dati parziali perché su alcuni servizi le Regioni non hanno neppure risposto. Secondo l’ultima bozza Calderoli, superati i 12 mesi entro cui i Lep possono essere stabiliti con decreto del premier, le Regioni potranno prendere in mano tutte le materie, comprese Istruzione, Sanità e Ambiente. Il problema è che senza definizione dei Lep, il trasferimento di risorse si baserà sul criterio della spesa storica – che oggi genera una differenza rilevante nella spesa pro-capite: per un cittadino del Nord è pari a 17.62, mentre per il Sud è di 13.613 euro – e non sui fabbisogni standard.
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-11-17 02:29:15