“La diagnosi della malattia di Parkinson è essenzialmente clinica e si basa sulla presenza di sintomi motori quali tremore, rallentamento nei movimenti e rigidità muscolare degli arti, sebbene negli ultimi anni sia stato dimostrato che questi pazienti possono avere anche sintomi non motori, ovvero disturbi del sonno, della sensibilità, del tono e dell’umore“. Così Alfredo Berardelli, presidente della Società italiana di neurologia (Sin), nella seconda puntata della rubrica mensile ‘Proteggi il tuo cervello, affidati al neurologo‘ dedicata alla malattia di Parkinson, progetto nato dalla collaborazione tra la Sin e l’Adnkronos con l’obiettivo di aumentare la conoscenza sulle patologie neurologiche e sulla figura del neurologo, ma anche e soprattutto sensibilizzare la popolazione ad affidarsi alle cure di questo specialista nel momento in cui compaiono i primi sintomi.
La malattia neurodegenerativa ad azione lenta colpisce in genere persone adulte, ma non mancano casi in cui esordisce in età giovanile. In Italia sono circa 250mila le persone affette dal Parkinson, una patologia che rientra nella categoria dei disordini del movimento, appunto, e si manifesta con sintomi tra cui instabilità della postura e difficoltà a camminare, ma anche senso di spossatezza e affaticamento. Altri indizi possono essere disturbi dell’umore e il timbro vocale più basso. Arrivare alla diagnosi precoce oggi permette di iniziare tempestivamente terapie mirate. “Il trattamento – spiega Berardelli – si basa essenzialmente su una terapia sintomatica, volta cioè a migliorare e a risolvere i sintomi, sia motori che non motori. La terapia consente ai pazienti di vivere una vita pressoché adeguata. Ci sono anche terapie sintomatiche nelle fasi avanzate della malattia, oggetto di studio negli ultimi anni”. Recentemente “vari studi hanno dimostrato come nella malattia di Parkinson avvenga un accumulo di proteine tossiche. Sono in…
Fonte www.adnkronos.com 2022-10-31 12:19:00