Quasi la metà (48%) dei pazienti con sindromi mielodisplastiche che presentano sideroblasti ad anello, trattati con una nuova terapia (luspatercept) è libera da trasfusioni di sangue per almeno 8 settimane. Un risultato molto importante per persone costrette a recarsi nei centri trasfusionali frequentemente, anche ogni settimana. I vantaggi, soprattutto per quelle con anemia grave, si riflettono sulla qualità di vita e sulla possibilità di ridurre il danno d’organo correlato all’accumulo di ferro introdotto con le trasfusioni. Di questi temi – cause, sintomi e trattamenti innovativi in grado di trasformare la vita dei pazienti – in occasione della Giornata mondiale dedicata alle sindromi mielodisplastiche del 25 ottobre, si è parlato oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa promossa da Bristol Myers Squibb (Bms).
Le sindromi mielodisplastiche, gruppo eterogeneo di tumori del sangue – ricorda una nota – sono ancora poco conosciute ed è sottovalutato il loro impatto sulla quotidianità dei pazienti, spesso anziani, con più di 70 anni, e con altre patologie associate. I sintomi più frequenti causati dalla carenza di emoglobina sono: stanchezza, perdita di peso, difficoltà respiratorie e battito cardiaco accelerato. “Le sindromi mielodisplastiche sono tumori del sangue che colpiscono le cellule staminali del midollo osseo, che danno origine a tutte le cellule del sangue periferico, cioè ai globuli rossi, bianchi e alle piastrine. Si determina così un’alterazione del processo di maturazione del midollo e un difetto qualitativo e quantitativo della produzione degli elementi del sangue periferico”, spiega Pellegrino Musto, direttore Uoc di Ematologia con trapianto della Azienda ospedaliero-universitaria consorziale Policlinico di Bari e professore ordinario di Ematologia all’Università ‘Aldo Moro’ di Bari.
“I sintomi e il decorso” di queste sindromi,”variano in modo significativo in base al tipo di…
Fonte www.adnkronos.com 2022-10-24 11:58:44