“Se guardiamo a quello che è successo finora, è probabile che arriverà un’altra variante. Ormai Sars-CoV-2 lo conosciamo da quasi 3 anni. E abbiamo imparato che dopo un tempo variabile da 4 a 8 mesi ha generato una nuova variante di preoccupazione. Quindi è plausibile che succeda di nuovo così”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è l’immunologo dell’università Statale di Milano Sergio Abrignani. Una di quelle ritenute “BQ.1.1, soprannominata Cerberus, sembra quella più quotata” sulla carta. “Ma anche di altre si è detto, per esempio della variante Beta o della Gamma, e non hanno invece avuto quel vantaggio competitivo” rispetto alla ‘collega’ dominante, “e quindi sono rimaste a una quota bassa”.
Cerberus, prosegue l’esperto nella sua analisi, “secondo chi segue l’evoluzione di Sars-CoV-2 sembrerebbe avere qualcosa che può portare a predire un potenziale per prevalere, ma sono sempre lavori in previsione. Aspettiamo e vediamo”. Al momento, però, dai dati non si vede il segno di una nuova variante in ascesa. “I numeri delle terapie sono aumentati questa settimana ma sono ancora marginali. Parliamo di un totale di circa 150 ricoverati” Covid. “A gennaio c’erano 1.700 persone in terapia intensiva, a luglio ne avevamo introno a 440-450. C’è un aumento che riflette la riapertura delle scuole e il maggior tempo trascorso al chiuso, ma ancora non dovrebbero esserci i segni di nuove varianti. E siccome il picco di Omicron 5 è stato a luglio, quando avevamo 150 mila infezioni e 140 morti al giorno (con Omicron 1 a gennaio avevamo avuto 240mila infezioni e 380 morti), questa sembra un’oscillazione della stessa variante BA.5. Omicron 5 già ha avuto un bacino che ha infettato abbondantemente. Secondo me la risalita che vediamo è dovuta a un fatto ‘locale’: due settimane dall’apertura delle scuole”.
“Ma sono numeri assolutamente ancora sotto controllo – prosegue Abrignani – se ci fosse l’esplosione di una nuova variante,…
Fonte www.adnkronos.com 2022-10-06 21:23:35