“I rincari si fanno sentire moltissimo” nel mondo della farmaceutica italiana. “Oltre al tema dell’impatto diretto della voce energia e all’incremento in particolare della bolletta del gas, ci troviamo ad affrontare un incremento di tutti i fattori produttivi, che sono saliti del 35-40%. E ora bisogna anche mettere in conto il crollo dell’euro. Un altro elemento” che pesa “nel momento in cui molti dei principi attivi o degli intermedi di produzione vengono dall’Oriente e sono quotati in dollari. Noi stiamo soffrendo questo incremento in maniera più che proporzionale, proprio a causa anche della svalutazione dell’euro”. E’ l’analisi di Lucia Aleotti, azionista e componente del Cda del Gruppo farmaceutico Menarini, che illustra all’Adnkronos Salute l’impatto diretto e indiretto che il settore sta subendo in questo quadro internazionale dominato dalla crisi energetica.
“Anche imprese che in maniera attenta hanno localizzato negli anni perlomeno una parte delle loro produzioni, non solo farmaceutiche ma chimiche, per produrre addirittura i principi attivi in Italia o in Europa – spiega – vedono comunque incrementati i prezzi di alcuni ‘ingredienti’ che si trovano nella ‘torta’ del principio attivo. Questi ingredienti hanno un incremento di costi estremamente elevato”.
C’è poi il nodo carenze. “Rispetto a marzo, quando già avevamo lanciato un grido di dolore sul rischio di non poter ribaltare in qualche modo gli incrementi di costi a valle” che si stavano già verificando sempre di più sull’onda della crisi energetica, “c’è anche un altro elemento che ci sta preoccupando – evidenzia Aleotti – All’epoca infatti non si stava palesando il rischio della difficoltà di reperimento di alcuni principi attivi. Questo ora si sta sentendo: oggi circa l’80% delle imprese stanno trovando delle difficoltà, che possono essere di reperimento di fattori produttivi e di elementi di confezionamento. Difficoltà che per il momento non stanno…
Fonte www.adnkronos.com 2022-09-06 17:14:52