Milioni (nell’ordine di decine) di euro e un mucchio di interessi in cui risultano coinvolte, con ruoli diversi, molte figure. Nell’intricato mondo della sanità italiana c’è un po’ di tutto: perfino società-cooperative incaricate di occuparsi del reperimento di medici e operatori vari laddove il personale scarseggi. L’identikit di una di loro, finita nel mirino della Regione, indica un capitale sociale di 10mila euro, soci tutti laureati in Medicina e chirurgia, con specializzazione in Anestesia e rianimazione. I calabresi hanno imparato a conoscere tali realtà nelle ultime settimane, dopo la scelta del presidente-commissario Roberto Occhiuto di puntare sull’arrivo di medici cubani per rimpinguare corsie ospedaliere desolatamente vuote. Scelta sonoramente bocciata dagli Ordini provinciali dei camici bianchi calabresi eppure strenuamente difesa dallo stesso Occhiuto nonostante l’incognita giudiziaria legata a un ricorso presentato al Tar dal sindacato di categoria Cimo Fesmed. Il sospetto, peraltro avanzato dallo stesso governatore nell’aula del Consiglio regionale, è che dietro la collaborazione tra Ordini professionali e Coop si nascondano accordi destinati a sottrarre ingenti risorse al servizio sanitario pubblico. Una situazione paradossale, insomma. Così ingarbugliata da spingere Occhiuto a invocare un intervento della magistratura per fare chiarezza sul punto.
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Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-09-01 01:29:43