Pronti a convalidare le scelte dei partiti. Ai cittadini elettori, in fondo, è richiesto solo questo. Un consenso alla squadra già schierata nel campo parlamentare dopo lunghe (e, spesso, dolorose) trattative nel retrobottega delle segreterie nazionali. Tutto già deciso, nomi, ruoli, collocazione. Ma serve la formale accettazione del popolo. Una democrazia annacquata che riduce il tutto a una questione di forma, appunto, non di sostanza.
Certo, non cambierà nulla rispetto alle elezioni del 2018 dal momento che, il meccanismo del Rosatellum è identico al sistema che lo ha preceduto (il cosiddetto Italicum). Cambia, rispetto al passato, la dimensione della cruna attraverso cui passeranno gli eletti. Un varco più austero che dovrà adattarsi alla nuova composizione delle due camere dopo che la legge costituzionale del 19 ottobre del 2020 ha ridotto il numero dei deputati a 400 (erano 630) e quello dei senatori a 200 (erano 315). Tagli che hanno modificato, inevitabilmente, la geografia dei collegi con territori di caccia più vasti.
Nel Senato uninominale la Calabria è tagliata a metà. A Nord sono stati saldati in una unica realtà elettorale il Cosentino e il Crotonese. A Sud, il resto della regione. Un meccanismo maggioritario (chi prende più voti nel collegio vince) che genererà due soli passaporti per Palazzo Madama (un terzo della quota che verrà assegnata col sistema proporzionale). Motivo che ha suggerito ai big dei partiti di scansare la sfida diretta preferendo, invece, collocazioni più “comode” nei listini bloccati del proporzionale.
E così la partita nel Collegio 1 si giocherà tra gli outsider delle coalizioni. L’alleanza di centrosinistra punta sulla consigliera comunale (ed ex vicesindaco) del Pd di Castrovillari, Francesca Dorato, avvocato, volto giovane dell’area dem, che alle regionali dello scorso autunno, nella Circoscrizione Nord, mise insieme 3.064 preferenze, alle…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-08-23 09:36:02