L’aria elettorale che tira in città non poteva non trasformarsi in un gelido vento che potrebbe scuotere Palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro fin dalle fondamenta. Effetti collaterali delle imminenti elezioni. Il motivo sarà la candidatura certa del sindaco metropolitano f.f. Carmelo Versace (Azione) e quella quasi certa del sindaco f.f. Paolo Brunetti (Italia Viva). Ma perché le candidature dei due facenti funzione dovrebbe avere risvolti così forti e drammatici per l’Amministrazione comunale e per quella metropolitana? Semplice: entrambi i sindaci f.f. saranno avversari del PD, il partito di maggioranza che tiene in piedi i due Palazzi del potere reggino. E siccome si prevede una campagna elettorale ad alta gradazione (non solo per il caldo), la domanda che dobbiamo porci è una: potrà mai il PD consentire ai suoi avversari politici (Calenda-Renzi) di fare una campagna elettorale dura contro se stesso potendo contare anche su posizioni di vantaggio quali le due poltrone di sindaco? Insomma fino a che punto Nicola Irto e il PD saranno disposti a prendere schiaffoni da avversari politici che si trovano al vertice di Amministrazioni che il Pd tiene in vita con i suoi numeri?
E qui sta proprio la “nota dolens” che il Pd dovrà decidersi di risolvere. La Legge elettorale, infatti, impone che prima di candidarsi i sindaci debbano dimettersi dalla loro funzione, i sindaci appunto, non i vice che sono semplici consiglieri con delega, quindi Versace e Brunetti (se si candideranno) potranno restare al loro posto e condurre una campagna elettorale da una posizione di vantaggio rispetto ai candidati del Pd (che potrebbero essere Nicola Irto e Mimmetto Battaglia).
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-08-12 01:32:46