“Lasciati soli e abbandonati al loro destino senza che la Regione intervenga per risolvere un problema di diritti e di dignità dei lavoratori Lsu e Lpu e per questo ho presentato un’interrogazione. La legge n. 390 del 24 luglio 1981 ha convertito con modificazioni il D.L. 28 maggio 1981 n.244 concernente ulteriori interventi straordinari di integrazione salariale in favore dei lavoratori delle aree del Mezzogiorno in opere di Lavori Socialmente Utili e Lavori Pubblica Utilità. Nel 1996 in Calabria nelle varie sedi (Comuni, Province e Regione) furono avviati i primi progetti LSU e a seguire nel 1998 i primi progetti LPU con differenti riconoscimenti contributivi. Nel 2007 la Giunta regionale ha avviato, ai sensi della L.R. n. 9 del 2007, la procedura di stabilizzazione dei lavoratori LSU e LPU (conclusa nel 2012) garantendo loro l’accesso ai ruoli regionali e inquadrandoli nella categoria B secondo le modalità previste dall’art. 16 della legge n. 56/1987 che richiede il solo requisito della scuola dell’obbligo per l’accesso al pubblico impiego. Ad oggi gli ex LSU-LPU stabilizzati dall’Amministrazione regionale svolgono mansioni di categoria B nonostante molte di queste unità siano in possesso della laurea e di competenze acquisite nel tempo. Questi lavoratori svolgono in regione funzioni di istruttoria, redazione e liquidazione degli atti burocratrici fondamentali per la macchina amministrativa regionale. E come al solito una situazione che doveva essere temporanea è diventata definitiva con numeri sempre più grandi perché a partire dal 01 agosto 2015 il bacino LSU/LPU della regione Calabria è notevolmente aumentato a seguito della riforma in materia di enti locali avviata con la legge Delrio che ha portato alla ridefinizione delle funzioni tra province e Regione stabilendo contestualmente l’allocazione delle risorse umane. Si tratta di lavoratori che sono in attesa da diversi anni dell’attivazione delle procedure di…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-08-10 09:27:40