I fondi previsti dal bando, rivolto alle pubbliche amministrazioni locali, per interventi di potenziamento della resilienza cyber non sono una cifra sufficiente per fare un salto di qualità a livello regionale e locale, ma le Regioni intendono svolgere un ruolo proattivo e avviare una collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale anche al fine di creare delle apposite “unità locali di sicurezza” da mettere a servizio anche degli enti locali. E’ la linea delle Regioni che sul tema della cybersicurezza si sono confrontate nei giorni scorsi nella Commissione per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione della Conferenza, coordinata dall’assessore umbro Michele Fioroni, e poi nella seduta della Conferenza dei governatori che si è svolta oggi.
Un altro tema posto dalle Regioni è la necessità di un “reclutamento straordinario d’urgenza nei sistemi regionali di profili professionali informatici specializzati in cybersicurezza e trasformazione digitale”. Per questo, secondo le Regioni, bisogna prevedere norme di finanziamento nazionale o anche deroghe ai vincoli esistenti per l’assunzione di questo tipo di personale.
“Oggi abbiamo una debolezza strutturale in termini di competenze sull’Ict nella Pa quindi il rischio è che l’ultimo punto di una Asl o di un ufficio comunale possano diventare l’elemento di entrata di possibili malware e minacce informatiche. Serve un grande piano nazionale per la qualificazione delle risorse pubbliche per la creazione di profili specifici”, afferma l’assessore all’Innovazione della Regione Umbria e coordinatore della Commissione per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione della Conferenza delle Regioni Michele Fioroni.
“Come sistema regionale umbro stiamo lavorando per un progetto sperimentale che preveda anche l’utilizzo degli Its per creare, con la formula di corso-concorso, profili di cybersecurity dedicati alla Regione – continua Fioroni – Quanto oggi contenuto…
Fonte www.adnkronos.com 2022-08-03 18:11:05