E’ previsto per stamattina alle 11, alla Camera, il faccia a faccia tra Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova. Un incontro decisivo, in vista delle elezioni del 25 settembre 2022, in cui si capirà se ci sarà o meno la possibilità di chiudere un accordo. Accordo in realtà già raggiunto e suggellato con tanto di stretta di mano – “Erano stati definiti anche i collegi”, dicono dal Nazareno – rimesso però in discussione. Ma Enrico Letta “per senso di responsabilità di chi guida un partito che rappresenta un quarto degli italiani”, dicono i suoi, è disponibile a riprovarci. Pur nella consapevolezza della “blanda volontà” di stringere un accordo dimostrata da Calenda ma “ci proviamo – sottolineano dal Nazareno – con molta pazienza e spirito ecumenico”. Ma sia chiaro, si ribadisce, “basta veti e basta sportellate”.
Come ha ribadito ieri il leader dem: “Il nostro appello è per includere e non per escludere” e “io sono pronto a incontrare tutte le anime” della possibile coalizione, “anche Calenda e Della Vedova, ma no ai veti e no veti personali” ha detto il segretario all’incontro con i sindaci Pd, dopo la richiesta di un incontro da parte del leader di Azione.
“Patti chiari e amicizia lunga – ha scandito il segretario – E che valga la stretta di mano. Io e Calenda tre giorni fa ci siamo visti, eravamo d’accordo su un percorso e ci siamo stretti la mano, ma se tutto salta due giorni dopo, vuol dire che stringersi la mano non serve a niente”.
Insomma, la ormai proverbiale ‘pazienza di Giobbe’ di Enrico Letta resta. Ma stavolta è davvero messa a dura, durissima prova. Il voltafaccia del leader di Azione, che dopo aver concordato con il segretario dem un percorso comune appena qualche giorno fa, nel giro di un paio di giorni ha rimesso tutto in discussione, non è stata presa bene al Nazareno, per usare un eufemismo. “Quando ci si stringe la mano e due giorni dopo salta tutto, vuol…
Fonte www.adnkronos.com 2022-08-02 06:01:49