I guai infiniti dell’imprenditore sibarita. Un imprenditore di successo con interessi in Calabria e nel Lazio. Giuseppe Borrelli, 52 anni, originario di Sibari e con stabile residenza ad Altomonte, è indagato per truffa, riciclaggio e autoricilaggio. Nel pieno dell’emergenza pandemica avrebbe infatti ricevuto ingenti anticipi per fornire mascherine chirurgiche ma, intascati i soldi, non avrebbe mai consegnato i dispositivi di protezione. Per questo motivo la Procura di Velletri ha ordinato il sequestro di beni mobili e immobili a lui riconducibili per un valore che si aggira intorno al milione di euro.
A eseguire il provvedimento – firmato dal gip del tribunale della città laziale – sono stati i carabinieri di Velletri con la collaborazione di quelli della Compagnia di Castrovillari.
L’indagine, condotta dai militari di Ariccia, sarebbe partita da una querela per truffa presentata dal titolare di una società che si occupa della vendita di materiale per uso medico. Dalla ricezione dell’esposto sono partiti gli accertamenti che hanno portato alla individuazione di ben sei compagini societarie che fanno capo all’indagato. Sei società di Borrelli (che deve essere considerato innocente fino al terzo grado di giudizio) che hanno stipulato contratti per la vendita di mascherine chirurgiche con altre tredici aziende italiane. Mascherine mai arrivate a destinazione nonostante i cospicui anticipi di denaro (poi oggetto di numerose movimentazioni bancarie). Tredici società truffate per un importo totale pari, come detto, a circa 1 milione di euro.
Le attività investigative, basate soprattutto su accertamenti di natura finanziaria, avrebbero consentito di individuare l’imprenditore come il presunto promotore di una serie di raggiri basati sulla falsa vendita di dispositivi di protezione individuale. Vendita fittizia avvenuta in piena emergenza pandemica quando l’uso delle mascherine appariva urgente e indispensabile.
Leggi l’articolo completo…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-07-31 01:29:57