“A volte la foga di strafare gioca brutti scherzi. È quanto capitato con un emendamento alla legge regionale 7 luglio 2022 n. 21, che ha introdotto l’articolo 11 che recita così: “Al fine di non disperdere la professionalità acquisita dal personale in comando presso gli uffici della Giunta regionale alla data del 30 aprile 2022, nelle more dell’attuazione delle procedure previste dall’articolo 30, comma 2-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), è autorizzato il rinnovo dei comandi del medesimo personale, presso i predetti uffici. A tal fine, il competente dipartimento regionale adotta i conseguenti provvedimenti amministrativi”. Non sappiamo se consapevolmente o meno ma – dichiara il sindacato CSA-Cisal – questa norma è un autentico colpo di spugna del Consiglio regionale”.
LA PROROGA DEI “COMANDI” VOLUTA DAL CONSIGLIO “SUPERA” IL LIMITE DELLE CAPACITA’ ASSUNZIONALI
La proroga da parte del legislatore regionale dei comandi presso la Giunta rischia di creare un cortocircuito. Infatti, la determinazione di prorogare o meno il suddetto personale non può che essere all’interno del Programma Triennale dei Fabbisogni del personale, atto che è di competenza della Giunta (e non del Consiglio), in cui viene calcolata la capacità assunzionale dell’Ente e che è anche sottoposto al parere del collegio dei revisori. Il tutto è chiaramente disciplinato dall’articolo 33 del decreto legge n. 34 del 30 aprile 2019 (convertito con la legge n. 58 del 28 giugno 2019), che è norma nazionale e ha introdotto il principio della sostenibilità finanziaria della spesa del personale. Dunque, che si tratti di assunzioni, di stabilizzazioni, di procedure di mobilità o, appunto, di “comandi”, tutto deve essere contenuto nel Programma Triennale dei Fabbisogni del personale. Provvedimento che l’esecutivo ha già adottato con la…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-07-25 05:39:34