“Siamo arrivati a 15mila casi di vaiolo delle scimmie in più di 70 Paesi nel mondo, che probabilmente rappresentano la punta dell’iceberg. E’ verosimile pensare che siano 5-6 volte di più: siamo vicini, quindi, ai 100 mila casi reali. L’Italia rimane fra i primi 10 Paesi, con circa 400 casi. Sono numeri impressionanti”. A fare il punto è Andrea Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che sottolinea all’Adnkronos Salute: “Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare problema. Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia”.
“Estendere il vaccino per il vaiolo umano con l’indicazione anche per vaiolo scimmie mi sembra appropriato – commenta Bassetti, all’indomani del via libera dell’Agenzia europea del farmaco – è evidente che servirebbe un vaccino più specifico, ma in questo momento può andare bene allargare l’indicazione”.
“Forse il nome vaiolo delle scimmie ci fa pensare a qualcosa di lontano da noi – riflette l’infettivologo – sarebbe più il caso di dire che è il vaiolo della pelle, visto che dà tipicamente lesioni della cute. All’inizio il problema è stato sottovalutato, in Italia ma anche a livello internazionale, e nel giro di poco più 2 mesi si è arrivati a un numero impressionante di casi, non ce n’erano mai stati così tanti prima”.
Numeri “impressionanti – rimarca Bassetti – anche perché questa malattia non colpisce tutta la popolazione, ma una fascia molto ristretta: giovani, prettamente maschi, che si contagiano attraverso rapporti omo/bisessuali e più raramente eterosessuali. A queste persone andrebbe indirizzata molto rapidamente una campagna di vaccinazione, il vaiolo delle scimmie è una malattia tutt’altro che semplice. Non pensiamo solo ai decessi, queste lesioni…
Fonte www.adnkronos.com 2022-07-23 16:51:04