Il caldo che mette a dura prova la salute dei grandi anziani, l’ordinaria attività internistica ospedaliera, i pazienti Covid-positivi. Emergenze che si intrecciano e stanno portando sull’orlo del tilt diverse strutture sanitarie d’Italia in questi giorni. L’ultimo allarme arriva da Milano. Dopo giorni di temperature arroventate, l’Istituto clinico Città Studi è al “terzo o quarto alert lanciato a tutte le autorità. Due di questi erano Sos molto angosciati”, dice all’Adnkronos Salute Pasquale Ferrante, direttore sanitario e scientifico della struttura. I numeri spiegano meglio di ogni altra cosa la situazione: “Noi oggi abbiamo qualcosa come 85 pazienti di area medica, di cui 28 sono Covid-positivi, per un ospedale che è accreditato solo per 59 posti letto di area medica. All’inizio volevamo scrivere al prefetto, mi ero anche procurato l’indirizzo email”.
Poi, prosegue, “guardando il report dell’Areu ci siamo resi conto che fra gli ospedali dell’area metropolitana di Milano ce ne sono numerosi che hanno problemi di affollamento e sono in crisi come noi. Quindi ci siamo detti: aspettiamo domani e dopodomani per vedere come va e, se l’emergenza persiste, eventualmente scriviamo al prefetto che è l’unica autorità che può chiudere un pronto soccorso. Ma noi non vorremmo fare questo. Vorremmo soltanto riuscire a rimettere in moto il meccanismo per cui dimettiamo e ricoveriamo. Adesso invece siamo purtroppo fermi alla fase del ricovero con una difficoltà enorme di dimissioni”.
Ferrante analizza come si sia arrivati a questo punto: “Oggi abbiamo due emergenze. Una è abbastanza frequente e strutturale alla nostra società milanese, ed è quella dell’accesso veramente notevole al pronto soccorso di pazienti, la maggior parte dei quali sono di area medica, internistica. In particolare in alcune aree come quella servita dal nostro ospedale, che è abitata da tanti grandi anziani. Sono pazienti che hanno patologie di natura…
Fonte www.adnkronos.com 2022-07-20 17:23:15